Contestazioni e anche un lancio di sassi contro le forze dell’ordine a Modena, prima di un comizio di Matteo Salvini. Il quale oggi ha aperto una dura polemica anche con i magistrati di Bologna per una decisione su due richiedenti asilo.

Partiamo da ciò che è accaduto a Modena. Un centinaio di ragazzi, presenti al presidio del centro sociale ‘Spazio Guernica‘ all’entrata del parco Novi Sad, al grido “liberiamoci dal razzismo” è partito un lancio di sassi contro le forze dell’ordine in tenuta antisommossa, che hanno risposto con una carica. Una persona è stata fermata ed è stata condotta in Questura. Quella del parco Novi Sad non era l’unica contestazione a Modena per l’arrivo del vicepremier: in piazza Mazzini manifestavano anche Cgil, Anpi e Arci più una parte del Pd, mentre in contemporanea una protesta di Ligera e un gruppo di antagonisti, non solo modenesi, si sono dati appuntamento in piazza Pomposa, poco distante dal palco del leghista.
“Vergognosi. Il 26 maggio la scelta è chiara. E quelli che tirano sassate alla Polizia non vinceranno mai!” scrive su Twitter il ministro dell’Interno che poi, quando arriva, dal palco dice: “Modena è la città della mia nonna… vedendo questa piazza, sono orgoglioso di stare qui. Più scrivono ‘Salvini muori’, ‘Salvini a testa in giù’, più vado avanti come un treno… ”.
La maggior parte dei presenti lo applaude ma un gruppo, soprattutto giovani, a più riprese, lo contesta e lui replica: ”Non vi sento, avete perso la voce, avete fatto troppo tardi questa notte al centro sociale, non ci sono più i compagni di una volta…”. E ancora: “Torna da settembre come materia obbligatoria l’educazione civica. Così i compagni lì in fondo vanno a scuola di rispetto ed educazione”. E insiste: ”Cari compagni, della serie ‘tu lavori e io magno’, è finita…”. E ancora, rivolto al candidato sindaco leghista: ”Sindaco, prima di andar via, da quelli laggiù in fondo, prendi nome e cognome, così gli mandiamo dei clandestini a casa, ma li mantengono loro non noi. Avete vinto, infatti, dieci clandestini da mantenere voi, non i modenesi!”.
Oggi stesso il ministro dell’Interno è andato all’attacco della sentenza del tribunale di Bologna che ha imposto al Comune di iscrivere all’anagrafe due richiedenti asilo che avevano fatto ricorso contro il diniego stabilito sulla base del cosiddetto ‘decreto Salvini’.
“Sentenza vergognosa” – dice Salvini, che aggiunge l’ormai solita e beffarda sfida: “Se qualche giudice vuole fare politica e cambiare le leggi per aiutare gli immigrati, lasci il Tribunale e si candidi con la sinistra”. Poi annuncia che farà ricorso contro questa sentenza e intanto invita tutti i Sindaci a rispettare la legge”.
Poi da “fonti del Viminale” fa precisare che “sentenze di questo tipo non intaccano la legge: non sono definitive, riguardano singoli casi e per modificare la norma serve un pronunciamento della Corte Costituzionale. Inoltre il dl Salvini, con la nuova normativa sui permessi di soggiorno per i migranti, ha applicazione immediata: una nozione che è connaturata al principio di imperatività della legge”, che in caso contrario finirebbe “per applicarsi solo ai rapporti ‘nuovi'” e “mai a quelli ‘in corso’ al momento della decisione”. Questa nuova interpretazione della Cassazione riapre la questione della irretroattività della nuova norma sulla sicurezza e i migranti (in vigore il 5 ottobre e diventato legge), in contrasto con una precedente decisione della Corte.
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