ROSE ROSSE IN PIAZZA SANTI APOSTOLI

di STEFANO CLERICI – Se son rose fioriranno. ŠE’ questo l’augurio che coloro i quali – come il sottoscritto – ancora sognano una sinistra unita, rivolgono a quanti – speriamo tanti – si riuniranno, sopra e sotto il palco, per battezzare la nuova formazione politica che saba dovrebbe vedere la luce a piazza Santi Apostoli a Roma. La “levatrice” è una: Giuliano Pisapia, l’ex sindaco di Milano a guida di una giunta di centrosinistra. Ma in molti (troppi, dicono i maligni; ancora troppo pochi, diciamo noi) vogliono assistere al “parto”. Da Pippo Civati – primo deluso della prima Leopolda e primo a denunciare la deriva renziana – a Pierluigi Bersani, ultimo ad abbandonare il fortino al termine di una estenuante battaglia in difesa della “ditta”. Da Laura Boldrini, presidente della Camera, a Leoluca Orlando, sindaco di Palermo riconfermato alle ultime comunali a guida di una coalizione di centrosinistra. Da Antonio Bassolino, ex “re” di Napoli e ora renziano “pentito”, a Luca Zingaretti, attuale presidente della Regione Lazio. Da David Sassoli, europarlamentare del Pd vicino a Dario Franceschini, a Stefano Fassina di Sinistra Italiana, che ha confermato la sua partecipazione nonostante la diffidenza del suo partito. Dai  senatori Pd Luigi Manconi e Sergio Lo Giudice, quest’ultimo portavoce nazionale di Retedem, ad Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi. E poi pezzi della società civile come il costituzionalista Valerio Onida, tra i protagonisti della vittoria del No al referendum del 4 dicembre, e l’attore Claudio Amendola che ha mandato un videomessaggio di auguri.

Se son rose fioriranno. ŠMa le rose devono essere rosse. Dove il rosso non è il colore dei nostalgici del Pci o peggio ancora del Muro di Berlino o dei Soviet, ma il colore delle bandiere che qui da noi hanno accompagnato decenni di battaglie politiche e sindacali per i diritti dell’uomo, delle donne e di tutti i lavoratori, a difesa degli ultimi e dei più deboli; bandiere che oggi potrebbero benissimo sventolare senza problemi anche a piazza San Pietro ogni volta che papa Francesco s’affaccia e lancia i suoi sferzanti moniti al mondo della selvaggia globalizzazione; un colore, quel rosso, che la Storia ha sempre contrapposto al nero del fascismo, della xenofobia e della paura del diverso.

Oggi chi dice che son tutti uguali, chi vuole mescolare i colori, fino a renderli un opaco e indefinito grigio, vuol cancellare la memoria storica. E un paese senza memoria storica è un paese senza futuro.
Dunque, ben venga una formazione politica che possa finalmente ridare identità e voce alla Sinistra, una sinistra che riesca a fondere ed esaltare i valori del socialismo e del cattolicesimo democratico. Che torni alle origini. Che ritrovi la sua identità e la sua anima, strappate e cancellate nel Pd di Renzi. E, soprattutto, che restituisca entusiasmo e voglia di partecipare a quei milioni di elettori che la devastante azione del Giglio Magico ha cacciato via, costringendoli a restare a casa al momento del voto o a tentare improbabili avventure.

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