Un medico italiano, Rita Fossaceca, 51 anni, volontaria in Kenia per la onlus ForLife, è stata uccisa nei pressi di Malindi da banditi che hanno tentato una rapina nella casa dove abitava. La dottoressa è morta per aver difeso la madre, che, insieme con il padre (rimasti feriti anche loro), l’aveva raggiunta per alcuni giorni in Kenia e che era stata minacciata da uno dei rapinatori con un machete. Due infermiere dell’ospedale di Novara, Monica Zanellato e Paola Lenghini, sono rimaste ferite; le loro condizioni non sono particolarmente gravi. Rita e i genitori avrebbero dovuto far ritorno oggi in Italia. Poche ore più tardi il portavoce della polizia locale, Charles Owino, intervistato dal Gr1, ha detto che quattro persone sono state catturate per l’omicidio e che tra loro vi sarebbe anche il presunto mandante.
I banditi volevano soldi e per questo hanno cominciato a picchiare le persone presenti in casa: la mamma e il papà di Rita Fossaceca, lo zio sacerdote e le due infermiere. La dottoressa Fossaceca aveva chiesto ai malviventi di fermarsi facendo poi da scudo ai familiari; i banditi a quel punto hanno aperto il fuoco con una pistola colpendo al petto la donna. L’episodio è avvenuto mentre il gruppo stava cenando; subito dopo gli aggressori sono fuggiti via, facendo perdere le loro tracce. La casa teatro del delitto ha un recinto di pietra, una porta di ferro e di solito è sorvegliata da una guardia. I parenti hanno riferito che Rita aveva un grande desiderio, quello di portare la madre in Kenya per farle vedere quanto faceva per i bambini africani. Ci era riuscita dopo tempo perché la mamma aveva paura di viaggiare in aereo.
Il medico era a Mjomboni da un paio di settimane, con i genitori Giovanni e Michelina e lo zio sacerdote, don Luigi Di Lella. La dottoressa era una delle principali collaboratrici di For Life, che in corso diversi progetti di solidarietà in Africa. E proprio l’ambulatorio dell’orfanotrofio di Mijomboni, che ospita una ventina di bambini, dove è stata uccisa, era il suo campo di attività. All’ospedale di Novara, invece, era la responsabile della radiologia interventistica nel reparto diretto dal professor Alessandro Carriero, che è anche in presidente di For Life. Le infermiere ferite lavoravano con Rita Fossaceca nell’ospedale di Novara ed erano con lei nell’alloggio nel villaggio di Mijomboni. Tutti loro collaboravano con l’associazione For Life. Le infermiere si erano tenute da parte dei giorni di ferie e così potevano, come era già capitato in passato, prestare servizio presso l’ambulatorio dell’orfanotrofio.
“Sono sconvolto” dice all’ANSA Alessandro Carriero, medico di Novara che ha fondato la onlus nel 2006. “Era il mio braccio destro – aggiunge tra le lacrime – non so come farò ad andare avanti”.
Per la vittima non si trattava della prima esperienza da volontaria in Africa, dove si recava periodicamente da 11 anni, dopo un viaggio di piacere. “Hai fatto tanto bene in Kenya, Malindi, Watamu”, scrive Jacie Kim, un’amica, sul profilo Facebook della vittima appena appresa la notizia della sua morte. “Le hanno sparato a morte”, scrive ancora sul social.
L’ultimo contatto tra il professor Carriero e Rita Fossaceca mercoledì scorso, quando si erano sentiti al telefono. “Dopo una serie di giri nelle fattorie, valutazioni delle spese e dei possibili guadagni, abbiamo acquistato una mucca”, è l’ultima testimonianza scritta dalla donna per il sito internet dell’associazione. “La mucca è incinta – aggiunge – e tra tre mesi avremo anche un vitellino e, finalmente, il latte per il villaggio”.
Originaria di Trivento (Campobasso), Rita Fossaceca da anni viveva e lavorava a Novara al Dipartimento di Scienze Radiologiche dell’Ospedale Maggiore della Carità. A Trivento vivono i genitori, che pochi giorni si erano fatti convincere da Rita a partire per il Kenya. Lo zio, don Luigi Di Lella, è uno dei parroci del paese e altre volte, anche lui, si era recato in Africa dalla nipote.
Proprio a Trivento, in occasione dei suoi periodici rientri, Rita si era resa promotrice di numerose iniziative a sfondo umanitario per ForLife che avevano coinvolto l’intera comunità. La notizia della sua uccisione ha gettato in un profondo sconforto il centro molisano.
”Una notte di dolore per tutto il Molise. La notizia ci lascia senza parole: siamo vicini alla famiglia e alla comunità di Trivento”, ha detto il governatore del Molise Paolo di Laura Frattura. ”Perdiamo una donna, un medico – aggiunge -, che nella sua vita ha dato l’esempio con il suo impegno umanitario, con la sua dedizione ai più deboli. Per noi sconcerto e sofferenza pieni”.
Rita abitava a Novara da sola. Il fratello Pierluigi si trovava a Trivento ed appresa la notizia è partito per l’Africa insieme ad alcuni parenti.
Il ministro degli Esteri, Gentiloni, dice:«La dottoressa Rita Fossaceca era una persona che so essere molto amata e rispettata per la sua profonda dedizione e il suo impegno a difesa dei più deboli, malati e donne in Africa. Tutti gli italiani rimasti coinvolti nel feroce atto di violenza si trovano in Kenya per fare del volontariato, una scelta coraggiosa ed ammirevole di cui essere orgogliosi».
Il 5 luglio scorso un altro italiano, l’operatore turistico bergamasco Andrea Maffi, proprio vicino a Malindi (dove viveva da diversi anni) era stato ucciso da rapinatori.
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