Rissa alla Camera sulla manovra. Pd e Fi tentano di non farla approvare in tempo utile. Il voto slitta a domenica

Rissa alla Camera sulla manovra economica peggio di una settimana fa in Senato. A trasformare Montecitorio in un’arena hanno contribuito soprattutto i deputati del Pd, che hanno contestato in maniera sguaiata al governo giallo-verde un metodo che hanno tranquillamente

Emanuele Fiano (Pd) si avvicina ai banchi della presidenza e viene trattenuto da assistenti parlamentari nell’Aula della Camera prima che inizi l’esame della Manovra. (foto Ansa di Giuseppe Lami)

applaudito quando a Palazzo Chigi c’era il gabinetto Renzi. Cioè il ricorso al voto di fiducia per far in modo che la legge di bilancio venga approvata entro i termini fissati, cioè il 31 dicembre, altrimenti scatterebbe automaticamente l’esercizio provvisorio del bilancio, con la conseguenza che potrebbe scattare quella infrazione dell’Ue che è stata faticosamente scongiurata.

In sostanza i deputati del Pd, in sintonia con quelli di Forza Italia, lamentavano di non aver potuto discutere ed emendare la manovra in commissione prima che arrivasse in aula fingendo di ignorare che una eventuale, sia pur minima, correzione varata alla Camera avrebbe causato il ritorno della manovra in Senato e quindi i tempi di approvazione sarebbero slittati inevitabilmente oltre il 31 dicembre, con le gravi conseguenze che abbiano indicato. Era a questo che puntavano? Se è così – e così è – si trattava di un proposito irresponsabile, per di più in contrasto con quello che è sempre stato il metodo adottato dai governi di centrosinistra.

Perciò il presidente della Camera, Roberto Fico, è stato costretto a sospendere la seduta e poi a far intervenire i commessi per impedire che la protesta degenerasse oltre ogni limite, con tentativi di aggressione fisica ai membri del governo. Comunque una copia del testo è volata sul banco del governo colpendo il sottosegretario Garavaglia e Fico è stato coperto di insulti quando ha detto «Non posso mandare la legge al Quirinale il primo gennaio».

Ma Pd (con Emanuele Fiano e Alessia Morani) e Forza Italia (con Renato Brunetta e Fatuzzo) continuano ad alimentare la bagarre nel tentativo di far saltare l’approvazione in tempi utili della manovra. Si sprecano le accuse al governo di aver ceduto all’Unione Europea, dopo averlo accusato di aver aperto un conflitto con l’Unione, e poi – al contrario – di essersi fatto scrivere la manovra dall’Unione.

Insomma uno spettacolo indecente, che fa slittare il voto finale a domenica 30 dicembre.

A propria consolazione il Pd ha depositato un ricorso alla Corte Costituzionale contro il comportamento del governo, pur sapendo che quel ricorso non avrà alcuna efficacia.

 

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