Revocato dal premier Conte, con un decreto trasmesso alla firma del presidente della Repubblica, la revoca del sottosegretario legista Armando Siri. La discussione in Consiglio dei ministri e le reazioni

Il senatore Armando Siri al quale Conte ha revocato il mandato di sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti (foto Ansa di Alessandro Di Meo) 

di ROMANO LUSI –  Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è assunto in prima persona la responsabilità di adottare la procedura più giusta, corretta e ferma sul caso del sottosegretario al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture,  il leghista Armando Siri, indagato per corruzione, decidendone la revoca con l’adozione di un proprio decreto, sottoposto al Consiglio dei ministri e trasmesso all’esame e alla firma del presidente della Repubblica.

La sua decisione, benché mal digerita dal segretario della Lega (nonché vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno) Matteo Salvini, non provocherà da parte di quest’ultimo né la paventata crisi di governo, né una reazione che ne possa incrinare l’operatività  (almeno fin dopo le elezioni europee del t26 maggio).

Conte ha illustrato pacatamente le motivazioni sia sul piano politico, sia su quello etico, sia su quello giuridico (da giurista qual è) che sono alla base dell’opportunità di revocare a Siri (che ovviamente rimane parlamentare) l’incarico governativo. Altrettanto pacato – secondo quanto viene riferito –  il dibattito che ne è seguito, a partire dall’intervento della ministra per la pubblica amministrazione, la leghista Giulia Bongiorno,  che ha illustrato la posizione della Lega argomentando la tesi  contraria alle dimissioni. Il dibattito si è allargato praticamente a tutti i ministri in Cdm. Sono intervenuti diversi ministri, sia del M5S e sia della Lega, nonché i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il quale ha ribadito fiducia nel presidente Conte, ma ha anche difeso il sottosegretario Armando Siri, da considerare “innocente fino a prova contraria”. Di Maio ha ribadito invece la necessità che il governo oggi abbia dato un segnale di discontinuità rispetto al passato.

Successivamente i ministri leghisti hanno rilanciato l’urgenza di dare attuazione agli obiettivi della Lega contenuti nel “contratto di governo”, come flat tax,  autonomia regionale per le regioni del Nord, e castrazione per gli autori di violenze sessuali.

E’ la linea di Salvini per “oscurare” il caso Siri, inasprita dall’aggiunta di un nuovo, velenoso attacco alla sindaca di Roma Virginia Raggi con un post su twitter in cui scrive: «Prendo atto del fatto che la Raggi è indagata da anni ed è al suo posto. I nostri candidati sono specchiati. Se ci sono colpe di serie A e colpe di serie B, presunti colpevoli di serie A e di serie B…. a casa mia se uno vale uno, inchiesta vale inchiesta”.

E’ una autentica mistificazione perché la Raggi non è “indagata da anni” (ricevette un avviso di garanzia un anno fa  per una presunta omissione in comunicazione d’ufficio – non certo per un reato infamante, come la corruzione – e fu rapidamente prosciolta nel giro di alcune settimane “perché il fatto non sussiste”).

SIRI DAI PM – Intanto è terminato il confronto tra l’ormai ex sottosegretario Armando Siri e i pm della Procura di Roma che indagano per una presunta dazione di denaro in suo favore da parte dell’imprenditore Franco Arata. L’atto istruttorio, durato circa una ora, si è svolto in un ufficio distaccato della Procura di Roma. In base a quanto si apprende, Siri ha rilasciato dichiarazioni spontanee e messo a disposizione dei magistrati anche un’ampia memoria difensiva.

In una nota il suo avvocato, Fabio Pinelli, ha affermato che “il senatore Siri ha ribadito di non aver mai ricevuto, né da Paolo Franco Arata, né da chiunque altro, promesse di pagamento o dazioni di denaro – che avrebbe rifiutato con sdegno – facenti riferimento al merito della sua attività di senatore della Repubblica e di sottosegretario di Stato”. Nel corso dell’atto istruttorio con i magistrati di Roma, Siri – riferisce in una nota il suo difensore – “ha messo spontaneamente a disposizione dei pm la documentazione contabile nella sua disponibilità, avente ad oggetto il complesso dei propri movimenti bancari e finanziari”.

 

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