RAMMARICO CHAMPIONS/ Roma a un passo da un’altra impresa: 4-2 al Liverpool ma in finale ci vanno i “Reds”. I giallorossi si svegliano tardi e pagano gli errori dell’arbitro

di FABIO CAMILLACCI/ Solo applausi per questa Roma, Grazie lo stesso. Contro il Liverpool, la nuova “Romantada” dopo quella col Barcellona non c’è stata e in finale di Champions League ci vanno i “Reds” britannici. Ma la Roma esce a testa alta dalla Coppa Campioni. Scena da lacrime al triplice fischio finale del pessimo arbitro sloveno Skomina: parte la canzone di Antonello Venditti “Grazie Roma” e tutti i tifosi romanisti cantano e applaudono con bandiere e sciarpe al vento, mentre i giocatori in campo si disperano e ringraziano. I 5000 inglesi invece cantano per festeggiare il ritorno in una finale di Champions dopo 11 anni: nel 2007 ad Atene contro il Milan che si impose per 2-1 con doppietta di Pippo Inzaghi. Un popolo giallorosso addolorato e riconoscente al tempo stesso, davanti allo sforzo di una squadra che non ha mollato mai lottando fino all’ultimo respiro. E’ però un 4-2 amaro, amarissimo quello uscito sulla ruota dell’Olimpico: passa il Liverpool forte della dote accumulata ad Anfield Road col 5-2 dell’andata. Altre note di merito per la Roma: prima sconfitta stagionale in Champions per il Liverpool e per giunta il cannoniere Salah, il grande ex il calciatore del momento, è rimasto a secco.

Il primo tempo se lo aggiudicano i “Reds”. Pronti via, tutti speravamo di vedere una prosecuzione del match di Anfield con la Roma capace di segnare due reti in pochi minuti negli ultimi minuti della partita di andata. E invece no: dopo un gran destro di Florenzi, è Nainggolan al 9′ che favorisce l’1-0 Liverpool. Follia del “Ninja” che aziona il 3 contro 2 dei “Reds” con un retropassaggio sciagurato. Firmino per Mané ed è gol. A quel punto salta tutto: addio partita a scacchi, addio valutazioni a freddo sulla difesa a quattro voluta da Di Francesco, rispetto ai tre centrali schierati in Inghilterra. Insomma, diventa subito una serata da assalto all’arma bianca. Un assalto disperato. Gli uomini migliori della Roma nella prima frazione di gioco sono due: El Shaarawy e Milner. Sì, perché il motorino inglese è in confusione e tutto fa tranne che giocare per il Liverpool. E’ pure sfortunato al 15′ su una clamorosa carambola con Lovren dopo una sponda aerea di El Shaarawy: un “autogollonzo” che rianima la Roma. Poco dopo ancora Milner devia un destro dello scatenato “Faraone” mandandolo sul palo a Karius battuto. Però, purtroppo nel frattempo il Liverpool si è portato sul 2-1 grazie a un altro errore giallorosso: Dzeko sugli sviluppi di un corner serve a Wijnaldum il più comodo degli assist per l’incornata vincente. Errori inattesi da protagonisti di questo livello, sintomo di un eccesso di frenesia; eccesso di frenesia che lo stesso Dzeko palesa sottoporta.

Dagli errori dei giocatori romanisti a quelli dell’arbitro. Ci si mettono anche le decisioni arbitrali sfavorevoli ad azzoppare la rincorsa giallorossa. Skomina: dilettante o in malafede? Una cosa è certa: il livello della classe arbitrale, italiana e internazionale, è mediocre. Con Var e senza Var. Tanti, troppi episodi sospetti in tutta la stagione e in questa partita: nel primo tempo un lieve contatto tra Schick e Lovren salva il croato da un “mani” in area, all’inizio della ripresa il portiere Karius fa un intervento da rigore su Dzeko ma l’azione è fermata per un fuorigioco che non c’è. Decisioni che pesano e tanto: e non è finita, il meglio anzi il peggio arbitrale deve ancora venire. Intanto al 52′ si sveglia Dzeko ispirato da un grande El Shaarawy, il migliore in campo. Boato dell’Olimpico. Di Francesco a questo punto inserisce il giovane turco Under per un Pellegrini inguardabile. C’è ancora tempo per sognare, o almeno per vendere cara la pelle. E il turchetto, al volo, per poco non firma subito il sorpasso. Sorpasso che forse arriverebbe ugualmente, se il disastroso Skomina sanzionasse col penalty una clamorosa parata del difensore Alexander-Arnold su acrobazia ravvicinata ancora di El Shaarawy. Sarebbe rigore con espulsione di Alexander-Arnold: ma l’arbitro non vede e si limita ad assegnare un calcio d’angolo alla Roma. La lista dei rimpianti così si allunga. Skomina a parte ci chiediamo, ma gli arbitri di porta e i guardalinee dormivano o si sono girati dall’altra parte? Mah.

Pathos finale. Il Liverpool a quel punto si accontenta di mantenere il largo vantaggio col favore del cronometro (“aggregate” tra andata e ritorno sul 7-4 in quel momento), alleggerisce la pressione con un tentativo di Firmino (Alisson reattivo ancora una volta, come su Mané nel primo tempo) e gestisce il risultato, non proprio la specialità di casa Klopp. E infatti paga dazio, come ad Anfield. Gonalons e Antonucci sono le ultime due frecce all’arco di Di Francesco. Il forcing finale strappa gli applausi di tutti e trova la redenzione di Nainggolan, che con un bolide firma il 3-2 . Restano da giocare 4 minuti più recupero. Poco dopo la doppietta di Radja è servita: il “Ninja” spacca la porta calciando con rabbia al 94′ un rigore che sa tanto di beffa. Peccato Roma: non c’è più tempo e il 26 maggio prossimo a Kiev purtroppo sarà il Liverpool a sfidare il Real Madrid.

Furia Pallotta contro l’arbitro: invoca la Var. Contro la direzione arbitrale di Skomina scende in campo anche il numero uno della Roma, James Pallotta: “Per prima cosa vorrei fare i complimenti al Liverpool per la finale. In secondo luogo, è sotto gli occhi di tutti come la Var sia assolutamente indispensabile in Champions. E’ assolutamente inaccettabile quello che abbiamo visto. Avete tutti visto le immagini, se ne sono accorti tutti tranne gli ufficiali di gara in campo. Mi riferisco all’episodio del fuorigioco fischiato a Dzeko, che non c’era, e il fallo di mano nettissimo su El Shaarawy. C’era stato un altro intervento poco più tardi su Schick”. E’ un fiume in piena Pallotta, l’eliminazione subita in questo modo fa parecchio male: “Tra l’altro in occasione del tiro di El Shaarawy, il salvataggio sulla linea di mano sarebbe valso un rosso e quindi avremmo giocato gli ultimi 30 minuti in superiorità numerica. Mi rendo conto che è difficile arbitrare, ma non è possibile continuare senza un’assistenza video. Il Liverpool è una grande squadra e adesso avrà la possibilità di giocarsi la finale, ma è assolutamente indispensabile l’utilizzo della Var, altrimenti si rischiano figuracce come questa e addirittura si rischia di scadere nel ridicolo”. Comunque, complimenti alla Roma per averci provato, nonostante tutto. Complimenti perchè dopo essere caduta tante volte si è rialzata sempre. E’ così, solo così che si diventa grandi. E la cavalcata in questa Champions rimane memorabile. La Roma ha messo in fila Chelsea, Atletico Madrid, Shakhtar Donetsk e Barcellona. Scusate se è poco. Grazie Roma per aver tenuto alti i colori dell’Italia in Europa nell’anno in cui la Nazionale azzurra non farà i Mondiali.

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