QUEI GABBIANI SUL TETTO DEL VIMINALE

di SERGIO SIMEONE – Il capo della Lega Matteo Salvini, dopo il successo elettorale conseguito alle elezioni europee, soprattutto nel Mezzogiorno, si è convinto di trovarsi nel paese di acchiappacitrulli, dove è possibile adottare i provvedimenti più antipopolari  con l’entusiastico consenso del popolo ed è partito subito all’attacco con la flat tax. Per fortuna nel Consiglio dei ministri, convocato per discutere l’argomento, il ministro Tria lo ha stoppato e messo all’angolo: trova prima la copertura e poi ne riparliamo.

A questo punto il ministro tuttofare ha abbandonato la riunione dicendo che doveva raggiungere immediatamente il suo ministero per far fronte ad un urgente ed improrogabile impegno. E quale era questo improrogabile impegno? Dare la caccia ad un pericoloso latitante? Organizzare una trappola per scoprire un grosso evasore fiscale? No, doveva salire sul tetto del Quirinale per realizzare una sua intervista su facebook!

Però si è verificato un grosso inconveniente. uno stormo di gabbiani si è avventato sul nostro ministro dell’interno provocandogli un notevole spavento. E Salvini ha subito approfittato dell’episodio per attaccare la sindaca Virginia Raggi, sempre via facebook, con questo post: se ci sono tutti questi gabbiani a Roma è perché possono pasteggiare con i rifiuti lasciati marcire nelle strade.

In parte è vero. Ma perché i gabbiani, con tanti rifiuti nelle strade, si sono avventati, invece, proprio sul tetto del Viminale? Comprensibile il sospetto che questi uccelli, dalla vista molto acuta e dall’ottimo olfatto, abbiano scelto, nel ricco pasto a disposizione, l’obiettivo più appetitoso.

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