Quattro giorni di “esplorazione” concessi da Mattarella al presidente della Camera, Fico, per verificare l’ipotesi di uscire dalla crisi con un governo “a partire dai gruppi che formavano la maggioranza precedente”. Dissensi nel M5s per i dubbi su Renzi

di ROMANO LUSI – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a conclusione delle consultazioni svolte con tutti i gruppi parlamentari, ha deciso di conferire al presidente della Camera, Roberto Fico, un incarico esplorativovolto a verificare la prospettiva di una maggioranza parlamentare a partire dai gruppi che sostenevano il precedente governo”, riferendogli l’esito entro martedì 2 febbraio. Fico ha accettato il difficile compito dopo il colloquio con Mattarella assicurando: “Nei prossimi giorni sarò impegnato nel confronto con gli esponenti di queste forze politiche. Il momento è molto delicato per il Paese, siamo chiamati ad affrontarlo con la massima responsabilità per dare risposte urgenti che i cittadini attendono”.

Nel dare personalmente l’annuncio, Mattarella ha usato parole molto ferme: «Le emergenze del Paese possono essere fronteggiate soltanto attraverso l’utilizzo rapido ed efficace delle grandi risorse predisposte dall’Ue. Com’è evidente, le tre emergenze sanitaria, sociale, economica, richiedono immediati provvedimenti di governoE’ doveroso dar vita presto a un governo con un adeguato sostegno parlamentare in un momento così decisivo». Ed ha ricordato che «è emersa la prospettiva di una maggioranza politica composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente, e questa possibilità va  doverasamente verifcata».

A questa conclusione si è arrivati dopo il terzo e ultimo giorno di consultazioni, durante il quale Mattarella ha incontrato le delegazioni della destra unita (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) e, infine, dei Cinquestelle. La novità, in questo caso, è consistita nella dichiarazione del capo delegazione M5s, Crimi, il quale ha detto che si può contemplare l’ipotesi di un nuovo governo che comprenda anche Italia viva, ma guidato da Giuseppe Conte.

Però, mentre da Italia Viva, per bocca di Ettore Rosato (presidente di Italia Viva) è arrivato un consenso accompagnato da  apprezzamenti (sia pur accompagnati da alcuni distinguo, ambigui come al solito), invece dal fronte dei Cinquestelle sono arrivati pesanti dissensi a partire da Alessandro Di Battista: «Prendo atto che oggi la linea è cambiata. Io non ho cambiato opinione. Tornare a sedersi con Renzi significa commettere un grande errore politico e direi storico. Significa rimettersi nelle mani di un “accoltellatore” professionista che, sentendosi addirittura più potente di prima, aumenterà il numero di coltellate. L’ho sempre pensato e lo penso anche adesso. Se il Movimento dovesse tornare alla linea precedente io ci sono. Altrimenti arrivederci e grazie». Anche Barbara Lezzi a reagito con durezza: «La posizione del M5s su Renzi è un repentino cambio di linea al quale, per essere legittimato, deve seguire un voto degli iscritti. I due governi formati dal 2018 hanno visto centrale il voto dei nostri iscritti. Anche in questo caso è necessario». Invece il deputato dello stesso M5s, Emilio Carelli,  diceva: «Il M5s ha definito la linea per il Colle: no a veti su Italia Viva, ma avanti con Giuseppe Conte».

Poco dopo è arrivata la replica di Crimi:  “Si può accettare che ci siano veti o personalismi? Oppure è il momento della responsabilità e di fare un passo avanti e farlo tutti insieme? Al presidente Mattarella abbiamo reso la nostra disponibilità ad un confronto con chi ha a cuore l’interesse del Paese, per un governo politico a partire dalle forze di maggioranza attualima con un patto di legislatura. L’unica persona in grado di presiedere questo governo, per il M5S, è Giuseppe Conte“. E a supporto di questa linea Crimi ha raccontato: “Stamattina ho trovato sul mio cellulare questo messaggio di un sindaco: “Ciao Vito come sindaco di un piccolo comune di montagna, per giunta terremotato, fatico a capire cosa sta accadendo. Non meritiamo quello che stiamo vivendo, c’è bisogno di satbilità, di rimboccarci le maniche e elavorare, ci vuole un nuovo corso. Solo lavorando seriamente potremo rialzarci. C’è un’Italia piena di energia che vuole lavorare».

Prima della delegazione del M5s Mattarella aveva ricevuto quella dei tre partiti di destra.  Salvini ha così commentato: «Abbiamo espresso preoccupazione per questo governo incapace: serve una soluzione rapida. Abbiamo riproposto al Presidente la richiesta di elezioni. Quindi un governo con programma coeso e maggioranza solida. Piena disponibilità a collaborare su provvedimenti utili agli italiani. No però all’appoggio di questa maggioranza. Al Presidente della Repubblica – ha spiegato Salvini – è stata quindi confermata la nostra richiesta di valutare l’ipotesi di scioglimento delle Camere e del ricorso ad elezioni. Il centrodestra auspica che sia così offerta agli italiani la possibilità di dare vita in breve tempo ad un governo coeso con un programma comune condiviso dagli elettori e con una maggioranza forte per affrontare in tempi brevi i gravi problemi della nazione». E poi la lista dei problemi dell’Italia, che tutti conosciamo, assicurando che il Presidente della Repubblica «la piena disponibilità a collaborare per tutti i provvedimenti necessari a salvaguardare gli interessi degli italiani – come peraltro fatto fino ad oggi e in modo spesso decisivo – a partire da un efficace utilizzo dei fondi del Recovery, dal piano vaccini fino ai ristori e ai rimborsi per famiglie e imprese».

«Tutti i componenti – ha assicurato Salvini – si sono riservati, ove non si andasse a elezioni, di valutare con il massimo rispetto ogni decisione che spetta costituzionalmente al Capo dello Stato all’esito delle consultazioni in corso».

Commenta per primo

Lascia un commento