PUNTO DI VISTA/ Il “cattopopulismo” tra muri e ponti dopo la sortita del cardinal Ruini

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO 

Dalla  dichiarazione rilasciata dal cardinal Ruini domenica 3 novembre al Corriere della Sera,  in cui chiede che il Pontefice apra un dialogo con Salvini, emerge un riassetto tra Chiesa e Politica dovuto ad una lunga diaspora esistente tra i cattolici. Da una parte c’è chi  sostiene che i gesti religiosi come quello di baciare il rosario nei comizi, da parte di Salvini, non è detto che sia uno strumento della politica, come viene affermato da molti settori della Chiesa (e non solo) ma può essere invece – secondo Ruini – anche una reazione che potrebbe  affermare quel ruolo della fede che gli compete  occupando e inserendosi in quello spazio pubblico e sociale oggi assente.

Naturalmente, come tutti i processi storici e sociali, anche il percorso e l’ascesa dei ‘cattopopulisti’ è un processo contrastato sia all’interno della Chiesa che in quello politico.

Sul tema del cattopopulismo emerso in questi giorni, molto interessante è il pensiero che Gianfranco Morra, professore emerito di Sociologia della Conoscenza presso l’Università di Bologna, scrittore e giornalista, in una intervista rilasciata alla rivista ‘Radici Cristiane‘ e a ‘Italia Oggi‘ demolisce il cattopopulismo con la severa critica sintetizzata nella valutazione così espressa: «Certo nel contestare il cattopopulismo – il quale è intento a denigrare quei Paesi, che, loro malgrado, abbiano costruito muri a propria tutela – il pericolo è che, dietro perentorie quanto rabbiose accuse e scomuniche, si celi una nuova sorta di temporalismo, di tipo pauperistico spettacolare, basato in realtà sulla dimenticanza della dogmatica e della dottrina sociale della Chiesa…La polemica del cattopopulismo ha come primo bersaglio il muro, al quale contrappone un’altra immagine antropologica, quella del ponte. Alla base della quale c’è un autentico sentimento di solidarietà, dato che è un dovere cristiano e più generalmente umano aiutare chi soffre. Ma esprime anche una forte incoscienza sugli aspetti reali, distruttivi della identità e della sicurezza dei popoli raggiunti dalle migrazioni senza regole che da anni sempre più numerose investono l’Europa. Una paura reale e motivata, che va considerata in ciò che ha di reale, non demonizzata. Si confonde così l’effetto con la causa: sono i migranti che producono la paura, dalla quale gli invasi impauriti cercano di difendersi con la richiesta di una programmazione e di un controllo. E quei paesi che, per farlo, hanno eretto dei muri, che più spesso sono reticolati».

Però – mentre per Ruini oggi non ci sono le condizioni per dar vita a un partito dei cattolici, perché mancano i presupposti dovuti a quel pluralismo molto accentuato che esiste all’interno della Chiesa – al contrario secondo Papa Francesco proprio in questa società dove vi sono ed avanzano varie forme espressive di xenofobia unite ad un egoismo e ad una disuguaglianza sociale nel Paese, oggi serve un partito dei cattolici. E poi Francesco mette in evidenza come al posto dei muri “occorre costruire ponti” per dare quella risposta umana e cristiana alla nostra  società divisa in due.

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