PUNTI DI VISTA/ Ultimatum, ricatti, squallore: smarriti il senso del dovere e lo spirito di concertazione

di NUCCIO FAVA* Purtroppo addolora grandemente la disinvolta incoscienza e il naturale cinismo con cui si rischia di fare precipitare l’intero paese nonostante la condizione sempre più drammatica della guerra in Ucraina con l’inarrestabile follia imperialista di Putin sino all’inasprimento del ricatto criminale sul gas, dopo quello del grano che affama miliardi di uomini. E se niente della inarrestabile follia del Cremlino riesce più a sorprenderci, si arriva al tragico paradosso del ministro degli esteri Lavrov che giunge a incolpare l’occidente e il suo aiuto agli ucraini quale causa effettiva della inevitabile prosecuzione della guerra ucraina. Dolorosa riflessione che mi ha tristemente accompagnato durante lo squallore e il tatticismo che teneva banco a Montecitorio con gli interventi sconcertanti dei cinque stelle e la loro triste uscita conclusiva dall’aula al momento del voto. Situazione umiliante per quanti temono e sono seriamente preoccupati per il futuro della società italiana alle prese con problemi e difficoltà enormi quasi senza precedenti. In questo scenario confuso e grave giocano sicuramente oltre a presunzioni di perduto ruolo e di mancato prestigio elementi più terra terra legati alla preoccupazione o addirittura al timore della riduzione dei parlamentari e/o dal limite del secondo mandato, da velleità contrapposte di grande centro e di riforma elettorale, dell’ulteriore ricatto sul gas russo e la drammaticità della crisi energetica, accompagnata dalla crescita dell’inflazione che aggrava i costi per  famiglie ed imprese in un quadro internazionale sempre più precario con un Mediterraneo aggravato sempre più da una crisi migratoria sempre più acuta.
Nonostante questo scenario si assiste in Parlamento ad una sorta di grottesca battaglia navale dove ci si illude che ci possano essere vincitori e vinti. Mentre sembra essere del tutto assente il dovere di guardare davvero agli interessi di fondo dei cittadini ed impegnarsi tutti per un futuro meno rischioso e precario a cominciare dall’Italia e dall’Europa. Prevale irresponsabilmente la logica degli ultimatum, l’alibi della maggiore tutela rivendicata alla propria parte politica per la soluzione migliore delle angustie e delle difficoltà di famiglie , imprenditori , giovani e soggetti più deboli. Con  l’incapacità fra l’altro di accorgersi della contraddizione plateale, della accusa rivolta al presidente del Consiglio di avere stimolato il ministro degli Esteri a lasciare i cinque stelle e di avere richiesto a Grillo di favorire l’abbandono di Conte. Accusa grave e pesante, respinta subito dal presidente del Consiglio che aveva chiesto una prova plausibile dell’accusa formulata ripetutamente dal presidente dei Cinque stelle.
Una vicenda da complotto, su cui è improvvisamente caduto il più totale silenzio e del tutto scomparsa dall’agenda delle contestazioni. Sostituita invece da un corposo dossier di 9 punti che è stato presentato a palazzo Chigi quale pregiudiziale per il possibile proseguimento della collaborazione. Col rischio di puntare aprioristicamente nel metodo e nei contenuti la singolare pretesa di prendere o lasciare quando comunque sarebbe stato necessario favorire un confronto e un metodo diretto a un possibile accordo e non al pretesto per una inevitabile rottura. Sempre che lealtà ed interesse generale volessero essere il criterio guida e non un discutibilissimo pretesto per la rottura. Draghi ha opportunamente incontrato il capo dello Stato e scambiato con Mattarella valutazioni e preoccupazioni comuni. Tutto rimane confuso e seriamente preoccupante e solo le prossime ore ed i prossimi giorni potranno aiutarci a capire il possibile sbocco di una situazione sempre più preoccupante.
*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1 e del Tg3

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