PROGETTO BACH A ROMA/ Mario Brunello torna alle Suite per Violoncello

di FEDERICO BETTA – La prima registrazione incisa da Mario Brunello nel 1996, è stata l’integrale delle sei Suite per violoncello di Johan Sebastian Bach. Mai abbandonate in oltre 20 anni, il violoncellista torna a suonarle sul palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma grazie al suo Progetto Bach. Con questo programma, il musicista torna a Bach proponendo anche inusuali ascolti delle Partite per violino, grazie alla riscoperta del “violoncello piccolo”, uno strumento a 4 corde tipico del seicento chiamato il “braccio di Dio”.

Mario Brunello, oltre a essere un raffinato violoncellista dallo stile informale, e il primo europeo a vincere il prestigioso Concorso Čaikovskij di Mosca nel 1986, si è fatto conoscere dal grande pubblico per il forte impegno nella divulgazione della musica colta, e grazie alle sue collaborazioni con jazzisti e cantautori come Uri Caine e Vinicio Capossela.

Perseguendo l’interesse nel diffondere la musica classica, il concerto si è aperto con una breve presentazione della serata e un’introduzione ai temi musicali e filosofici cari a Bach. Il compositore barocco aveva una fede incrollabile, tanto nella presenza del divino, quanto nella potenza dell’armonia musicale, vera e propria scienza che ordina il mondo delle note. Attento alla solidità strutturale dei suoi componimenti, quanto all’espressione più diretta rivolta agli ascoltatori meno esperti, è vero che Bach componeva le sue opere per “la gloria di Dio”. Ma anche in questi tempi particolarmente secolarizzati, la logica e il trasporto emotivo delle sue composizioni possono ancora mirabilmente apprezzate, grazie all’esecuzione e a poche parole di interpreti sensibili come Mario Brunello. Basta lasciarsi trasportare. Perché in fondo, come scriveva lo stesso Johan Sebastian Bach, quello che conta nella musica è il libero e appassionato ascolto di ogni spettatore.

 

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