L’Ordine dei medici di Roma ha avviato un procedimento disciplinare nei riguardi di 13 medici che si sono uniti ai “negazionisti” nel sostenere la tesi che…il covid non esiste e che sia niente di più che una influenza, per cui i vaccini non servono. E ciò nonostante che ben 89.979 loro colleghi siano morti in Italia perché rimasti vittime del virus.
«Si tratta di 10 colleghi che hanno espresso posizioni no vax e 3 invece negazionisti sul Covid – precisa il presidente dell’Ordine dei medici, Antonio Magi – per cui la procedura disciplinare è partita dopo che abbiamo ricevuto da cittadini e colleghi degli esposti, corredati da documentazione».
«Per i primi 10, i no vax, la procedura si è conclusa – continua Magi -, in alcuni casi con l’archiviazione, perchè alcuni si sono ‘pentiti’, in altri invece con una sanzione, che è andata dalla censura all’ammonimento fino alla sospensione per 1-2 mesi”. Per i 3 negazionisti del Covid invece il procedimento è ancora aperto. “Uno ha presentato una spiegazione – prosegue – ma con il Covid i tempi disciplinari si allungano. Per questo tipo di procedimenti serve infatti la convocazione in presenza. Comunque la prima parte dell’iter è stata completata, e credo che per gennaio il nuovo consiglio, che dovrà insediarsi, riuscirà a terminare la procedura».
Il principio di base dell’ordinamento giuridico «è che ognuno è libero di fare ciò che vuole, a patto di non arrecare danno agli altri. I medici che non vogliono essere vaccinati contro il Covid, possono rimanere liberi di non vaccinarsi ma non possono esporre gli altri a rischio, lavorando a contatto con persone deboli». Da qui può scattare l’obbligatorietà. In caso contrario «il loro datore di lavoro può non essere obbligato a farli lavorare», come spiega all’ANSA Amedeo Santosuosso, professore di diritto, scienza e nuove tecnologie presso l’Universita’ degli studi di Pavia.
A sua volta la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa (foto) nella trasmissione Agorà di Rai 3 ha affermato: «In questo momento cominciare a parlare di obbligo farebbe un danno, ma credo che fare il vaccino debba essere una precondizione per chi lavora nel pubblico. Dobbiamo avere la pazienza di spiegare. La campagna di comunicazione – ha proseguito – è in partenza e sui siti di Iss, Ministero e Aifa si possono trovare fonti corrette per informarsi. Ma se ci rendessimo conto che c’è un rifiuto che non si riesce a superare credo andrebbe considerato l’obbligo. Non si può stare in una Rsa, dove dovresti lavorare per la salute delle persone ospitate, e mettere la loro salute a rischio. Abbiamo deciso che a scuola chi non è vaccinato non può andare, credo valga anche per operatori sanitari e insegnanti”.
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