IL VACCINO ITALIANO “REITHERA” presentato all’Istituto Spallanzani: basterà una sola dose per immunizzare. Il governo ha contribuito alla ricerca/ MISURE ANTI-COVID: LE REGOLE FINO AL 15 GENNAIO

L’Italia è presente, attivamente, in due programmi importanti di produzione dei vaccini anti-covid: Pfizer e AstraZeneca, ma  c’è di più: si è conclusa anche la fase di sperimentazione del vaccino italiano, come ha affermato in tv su Rai1 anche il ministro Di Maio. E la conferma è arrivata dal presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, alla presentazione all’Istituto Spallanzani dei risultati della Fase 1 della sperimentazione del vaccino italiano anti-Covid ReiThera GRAd-CoV2:  «L’Italia  – ha affermatoè in grado in maniera assolutamente competitiva di giocare partite importanti sulla capacita di generare tecnologia biomedica sofisticata».

«Puntiamo a sviluppare 100 mln di dosi di vaccino per anno. Il vaccino è stabile ad una temperatura tra 2 e 8 gradi», ha precisato la presidente dell’azienda Reithera, sviluppatrice del vaccino italiano, Antonella Folgore, spiegando: «Abbiamo arruolato 100 persone e 45 sono state vaccinate con dosi diverse e tutti sono arrivati alla fine per la valutazione di sicurezza: il vaccino non ha avuto alcun avvento avverso grave nei primi 28 giorni dalla vaccinazioni, un risultato migliore rispetto a Moderna e Pfizer, che hanno avuto effetti indesiderati. Il picco di produzione di anticorpi a 4 settimane resta costante e il vaccino è ad una sola dose“.

A sua volta il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, alla presentazione dei risultati della Fase 1 della sperimentazione del Vaccino GRAd-CoV2 di ReiThera, ha affermato: «In questa fase 1 il vaccino Reithera ha dimostrato di essere sicuro, di avere capacità di indurre risposta immunitaria degli adulti e la risposta è simile a quella di altri vaccini con due dosi. Il 92,5% dei vaccinati ha avuto livello di anticorpi rilevabili e con una singola dose abbiamo risultati in linea con Moderna e Pfizer”, ha aggiunto Ippolito alla presentazione dei dati fase 1 del vaccino italiano ReiThera. I livelli di anticorpi, ha detto Ippolito, “sono coerenti con uno schema di somministrazione singola e verosimilmente potranno aumentare con altre dosi. ora ci aspetta la fasde 2 per la quale è necessario l’impegnbo dello Stato». Inoltre Ippolito ha spiegato: «il 92,5% dei vaccinati ha sviluppato anticorpi rilevabili. Comparando i dati di questo studio con Moderna e Pfizer siamo in linea e ci aspettiamo la capacità del vaccino di prevenire la malattia sostanzialmente come gli altri vaccini. Il protocollo lo sottometteremo alle agenzie regolatorie in tempi brevi e ipotesi è di chiudere fase 3 entro l’estate. Confrontando i dati del vaccino italiano ReiThera con i dati dei vaccini anti-Covid di Moderna e Pfizer vediamo che con una singola dose abbiamo risultati assolutamente in linea. Ma quale sarà il dosaggio finale lo decideremno alla fine di tutte le fasi di sperimentazione“.

«Proviamo a raggiungere una qualche indipendenza anche nella dotazione dei vaccini», ha sottolineato Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 nella conferenza stampa. “Il Governo ha destinato risorse sufficienti a finanziare lo sviluppo successivo della sperimentazione di ReiThera – ha spiegato -. Il Governo, tramite una società pubblica, entrerà in ReiThera anche con una operazione di equity, e i contratti di sviluppo serviranno a finanziare la ricerca e una stabilizzazione incrementale della produzione».

Alla presentazione dei risultati del vaccino ReiThera all’ospedale Spallanzani è intervenuto anche il ministro della Salute, Roberto Soeranza, il quale ha affermato: «Sono incoraggianti i primi risultati del vaccino sviluppato da ReiThera e sperimentato all’Istituto Spallanzani. Se si confermeranno i dati ottenuti finora avremo nei prossimi mesi un vaccino efficace e sicuro con una sola dose invece che con due dosi. Sarà prodotto interamente nel nostro Paese. Ecco perché è  importante continuare ad investire sulla ricerca italiana e sulle sue eccellenze scientifiche».

REGOLE ANTICOVID FINO AL 15 GENNAIO: CHE COSA SI PUO’ FARE E CHE COSA NO

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto legge con misure anti-covid approvate dal consiglio dei ministri di lunedì 4 gennaio. Di certo, o quasi, c’è solo il periodo fino al 15 gennaio, data di scadenza del Dpcm in vigore. Poi nella gestione della pandemia da Coronavirus e della libertà di movimento degli italiani ci vorranno nuove disposizioni del governo fino alla scadenza dello stato d’emergenza, il 31 gennaio, che potrà essere rinnovato ancora per sei mesi per arrivare al 31 luglio.

Fino a domenica 10 gennaio, infatti, varranno le stesse regole per tutta Italia, seppur diverse giorno per giorno, mentre da lunedì si ritornerà alle zone di colore, che cambieranno in ogni regione dopo il nuovo monitoraggio. Bisognerà quindi aspettare venerdì prossimo 8 gennaio per conoscere le decisioni del ministro della Salute Roberto Speranza in base ai dati del contagio che attribuiranno i colori alle regioni (rosso, arancione e giallo).

I parametri di valutazione cambieranno in senso più restrittivo: per passare da giallo ad arancione ci vorrà un indice di contagio Rt di 1 (prima era 1,25) e per la zona rossa Rt a 1,25 e non più a 1,50.

Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, ancora zona rossa con divieto di spostamento se non per motivi di necessità, salute e lavoro, per ricongiungimenti familiari o per fare visita ad amici o parenti una sola volta al giorno, con autocertificazione. Previste tutte le altre disposizioni del massimo livello di contenimento che abbiamo imparato a conoscere in questi 10 mesi.

Giovedi 7 e venerdi 8 gennaio il Paese torna in giallo, ma con divieto di spostamento tra regioni, salvo i consueti casi previsti. Ci si potrà muovere all’interno della propria regione. Coprifuoco sempre dalle 22 alle 5 dell’indomani. Bar e ristoranti potranno riaprire in quei due giorni fino alle ore 18, poi solo asporto fino alle 22 e consegna a casa. Negozi aperti fino alle 20, via libera anche ai centri commerciali.

Sabato 9 e domenica 10 l’Italia tornerà arancione, e si prevede che sia così per tutto gennaio, ogni weekend. Vietato muoversi da regione e da comune, tranne le consuete eccezioni anche per centri con meno di 5 mila abitanti (in un raggio di 30 chilometri), sempre con autocertificazione. Bar e ristoranti aperti, ma solo per asporto (fino alle 22) e consegna a domicilio. Negozi aperti, centri commerciali chiusi.

Da lunedì 11 a venerdì 15 gennaio si entra in una fase al momento senza certezze, dipenderà dalla divisione in fasce di colore. Saranno in ogni caso vietati gli spostamenti tra regioni, anche gialle. Nelle zone rosse la deroga agli spostamenti per due persone per andare a trovare amici o familiari è limitata al comune e non più alla regione come nelle feste di Natale.

In generale per la seconda metà di gennaio si valuteranno i dati del contagio per le restrizioni.

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