POLEMICHE SUL DECRETO AIUTI BIS/ Il Dl è stato approvato a larga maggioranza dal Senato, ma nervi tesi tra governo e partiti per la deroga al tetto stipendi dei manager pubblici

di SERGIO TRASATTI/ Via libera dall’Aula del Senato al Decreto Aiuti bis con 182 voti favorevoli, nessuno contrario e 21 astenuti. Il provvedimento, in scadenza l’8 ottobre, verrà esaminato giovedì dalla Camera per l’approvazione definitiva. E non mancano le polemiche, con accuse reciproche tra l’esecutivo e i partiti, dopo che il Senato ha dato il via libera, con il Decreto Aiuti bis, a una deroga al tetto a 240mila euro degli stipendi per le figure apicali delle forze dell’ordine, delle forze armate e della P.a. Per il governo, da cui filtra disappunto, si tratta di una dinamica squisitamente parlamentare, frutto di una intesa tra i partiti. Il ministero dell’Economia ha chiarito di aver dato solo un contributo tecnico sulle coperture.

Pd: “Tetto stipendi riformulato da Mef, faremo odg per correggere”. Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, presidenti dei gruppi Pd spiegano: “Siamo molto soddisfatti dell’approvazione del Dl Aiuti bis. Purtroppo nel testo è passato anche un emendamento di Forza Italia riformulato dal Mef, come tutti gli emendamenti votati oggi con parere favorevole, che non condividiamo in alcun modo e che elimina il tetto dei 240mila euro agli stipendi di una parte della dirigenza apicale della pubblica amministrazione. Pertanto presenteremo alla Camera un ordine del giorno, impegnando il governo a modificare la norma e ripristinare il tetto nel primo provvedimento utile e cioè nel Dl Aiuti ter”.

Le parole di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva in tal senso ha detto: “Quello è un tetto che avevo messo io, oggi il governo ha fatto questa riformulazione e non avevamo alternativa che votarlo per evitare che saltasse tutto e saltassero 17 miliardi di aiuti alle famiglie”.

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