Sport o cultura? O ambedue; ma in che misura? Sono interrogativi ai quali credo sia necessario dare al più presto una risposta chiara: questo per evitare che figli e nipoti riescano a vincere le Olimpiadi, ma finiscano per non sapere quasi più scrivere senza errori, non dico una lettera, ma neppure la propria firma.
Ritenuto superfluo l’insegnamento di latino, greco, storia dell’arte, anche la lingua italiana viene sempre più trascurata e i risultati si vedono: le vendite di libri e giornali sono in flessione, persino i telegiornali vengono snobbati dalla maggioranza dei giovani, a mano che non mostrino le partite di calcio.
In compenso su tutti i canali televisivi Rai o Mediaset a conquistare sempre più spazio, a parte lo sport, sono le trasmissioni ove dominano i quiz o le beghe da cortile. Regola ferrea è che alla fine risulti vincente chi urla più forte. In alternativa alle trasmissioni diseducative tipo il “gioco dei pacchi”, con un Intina costretto ad interpretare la parte del cretino, o con un Bonolis impegnato gioisamnte in doppi sensi da caserma, a dominare sempre più sono le puntate “casalinghe” tipo “Buona domenica” nelle quali per conquistare audience vengono utilizzate (penso sia il termine giusto) delle belle ragazze con gonne sempre più corte e abbondanti scollature, ragazze chiamate a fare da contorno a giochi sempre più idioti.
Tornando al nocciolo del problema, credo che sia giunta l’ora di diminuire drasticamente il tempo che i ragazzi dedicano allo sport, tornando a impegnarsi nelle olimpiadi dello studio: questo a meno che non vi sia un disegno occulto secondo il quale più ignoranti sono i giovani più facile è manipolarli.
Giovanni Perez
Commenta per primo