PERISCOPIO/ Se va in fumo il polo bibliotecario bilingue di Bolzano

di GIOVANNI PEREZ – Le jettature lanciate da architetti e urbanisti di livello nazionale ed internazionale, da varie associazioni protezioniste e da molti cittadini hanno colpito nel segno: a Bolzano è saltato il consorzio di ditte che aveva presentato il progetto ed un preventivo multimilionario per abbattere buona parte del complesso delle ex scuole Pascoli in via Longon e ricostruirlo per utilizzarlo come polo bibliotecario bilingue. Una riconversione edilizia spacciata dalla Provincia quale indispensabile, ma in realtà che sarebbe servita solo ad alcuni politici della Giunta Provinciale perché, a lavori conclusi, apparisse una targa con i loro nomi a perenne ricordo che erano stati loro a volere quell’opera: una gloria a costo zero visto che i miliardi non sarebbero usciti dalle loro tasche, ma da quelle dalla collettività.
Nel dare la notizia, il quotidiano Alto Adige sembra lasciar trasparire un certo disappunto per l’inatteso stop. È invece opinione comune dei “contestatori”, che sia l’occasione per un ripensamento da parte della Provincia. Ad esempio si ipotizza la inattesa possibilità di bandire un concorso a livello internazionale tra gli architetti per riutilizzare il complesso, da utilizzare sempre a polo bibliotecario plurilingue, senza però stravolgerne le linee architettoniche razionaliste pensate a suo tempo  per armonizzarsi con il quartiere di Corso Libertà.
Difficile dire se la Giunta Provinciale ci ripenserà: visti i precedenti (tipo il progetto del riutilizzo del parco ferroviario bolzanino con un sovrapasso che ne sancirà il definitivo distacco dal centro) sembra azzardato ipotizzare che l’attuale  progetto delle ex Longon venga mutato. Evidentemente la Giunta Provinciale ritiene  che un ripensamento equivalga ad ammettere un errore precedente, mentre si tratta solo di prendere atto che la seconda soluzione è migliore della prima.

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