di GIOVANNI PEREZ – Il ministro Salvini mi sembra somigliare ogni giorno di più ad uno di quei lupi che abbaiano alla luna. Di giorni ne sono passati già parecchi da quando in Puglia sono morti una quindicina di lavoratori africani in due incidenti stradali trasportati al lavoro nei campi, per due o tre euro l’ora, dai «caporali». Immediate e solenni furono le promesse di Salvini, con il consueto cipiglio, di intervenire per stroncare l’ignobile fenomeno del “caporalato”, che si verifica da sempre in quelle terre.
Ebbene, Salvini sembra essersi dimenticato delle sue promesse. La verita´pero´potrebbe essere diversa. Azzardiamo qualche ipotesi.
Probabilmente Salvini non aveva calcolato che questa volta non aveva a che fare con una massa di poveri africani in procinto di affogare, ma con della gente che comanda da secoli con metodi mafiosi un territorio i cui abitanti sono considerati di loro proprietà. Gente che non si lascia intimidire da nessuno, tanto meno da un politico “nordista” in maniche di camicia, al quale sembra che abbiano mandato a dire che se non si fa gli affari suoi potrebbe anche finire male.
Ed allora per non fargli perdere del tutto la faccia, i boss hanno deciso di tollerare qualche incursione di facciata nelle loro terre da parte delle forze dell’Ordine, ma a patto che poi tutto ritorni come prima.
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