PERISCOPIO/ Ma come si può fissare un “tetto” per lupi e orsi?

di GIOVANNI PEREZ – “Lupi, l’Alto Adige fissa un tetto: la Provincia di Bolzano ha deciso di uscire dai progetti Life Ursus e Wolfalps. Ad annunciarlo è stato il presidente Arno Kompatscher con l’assessore provinciale competente Arnold Schuler. “Faremo pressioni a Roma e Bruxelles per istituire un tetto massimo per i lupi: preoccupa la diffusione dell’animale a Passo Fedaia”: questa la notizia apparsa sulla stampa altoatesina a margine della vicenda dell’orso abbattuto dopo che aveva assalito un uomo.

A questo punto la domanda da porsi sembra semplice: ma i “soloni” ecologisti provinciali che riempiono le cronache dei quotidiani in tutte e due le lingue e che non mancano mai di essere presenti in ogni trasmissione televisiva che tratti temi ecologisti, non sapevano sin dall’inizio che i lupi e gli orsi che vagano nei nostri boschi non sono quelli di peluche che i nostri bimbi tengono abbracciati prima di addormentarsi? Perché prima di reclamizzare il loro ritorno nei nostri boschi, grazie all’importazione da altri Paesi, non si sono posti il problema di che cosa sarebbe accaduto?

Ora suggeriscono la soluzione che sembra la più semplice: evitare che si moltiplichino, ma si guardano bene dall’ indicare come. Assodato che a orse e lupe non si può imporre di prendere la pillola contro le gravidanze, sembra che rimanga una sola soluzione: abbattere a fucilate gli esemplari ritenuti in eccesso. Un sistema che a molti ripugna, anche se non sono certo ecologisti militanti. Come accade anche in altri settori, a volte i problemi ce li creiamo noi stessi, ma  quando finalmente ci accorgiamo di aver sbagliato, a quel punto sarebbe onesto riconoscerlo e non fare finta di nulla come in questo caso.

 

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