PERISCOPIO/ Le vicende del mondo viste dal ritiro dei padri camaldolesi

di NUCCIO FAVA – Mi sveglio quasi all’alba, destato dalla campanella del convento. I padri camaldolesi ospitano da sempre pellegrini in cammino, cresciuti di molto negli ultimi tempi. Uomini e donne, religiosi e laici avvertono il bisogno di riflettere e meditare per non smarrirsi in una vita sempre più confusa e inquietante. Riscoperta e migliorata nel percorso, la via francigena è attraversata da uomini e donne di tutte le età che affrontano con leggerezza le fatiche del cammino alla ricerca di qualcosa di più profondo, di interiorità.

Conosco Camaldoli fin dagli anni universitari, sede delle settimane di teologia di noi giovani della Fuci, occasione di riflessione e di dibattito e di improvvise e graditissime visite da Fanfani a Giorgio La Pira , da Aldo Moro a Franco Casavola. Al risveglio ci si reca subito nel chiostro, per i salmi del mattino, cantati in un gregoriano semplice e bellissimo.

Subito dopo siamo sorpresi dalla voce di una radio  in portineria che racconta della catastrofe ad Atene, e di oltre  100 vittime imprigionate dalle fiamme, di un gran numero di feriti, di turisti e bagnanti che cercano rifugio sulla spiaggia ed in mare. I padri intonano subito una preghiera e ricordano  anche la condizione irreversibile di Sergio Marchionne e l’auspicio che l’Italia possa uscire dalla crisi che la sconvolge da troppo tempo. E’ per certi versi singolare e sicuramente dovrebbe fare riflettere la capacità di questi uomini chiusi in clausura e staccati dal mondo e vederli invece partecipi e vicini a tutto quanto di significativo accada in ogni parte della terra. E’ forse il segreto della continua ricerca del significato non superficiale degli avvenimenti e dei differenti protagonisti che vengono ricordati pacatamente, a cominciare dai governanti augurando loro di operare al meglio per il bene dell’umanità e dell’Italia.

Mi pare che la loro preghiera e la loro riflessione sia profondamente dentro le difficoltà e le grandi crisi del mondo contemporaneo. Compresa la grande crisi dell’emigrazione, che vede una Europa troppo disattenta ed egoisticamente distratta, non aiutata però da posizioni massimaliste e scomposte. Servirebbe al contrario capacità persuasiva e dialogica, in grado di toccare al fondo il cuore delle persone e della politica per soluzioni adeguate. Sembra di assistere al contrario, al continuo braccio di ferro, alla volontà di primeggiare verso tutti e contro tutti, rinunciando in partenza ad ogni spirito di collaborazione e di solidarietà senza dei quali nessun reale progresso sarà possibile.

Commenta per primo

Lascia un commento