PERISCOPIO/ Il segnale che arriva da Istanbul

Nuccio-Fava-545x384di NUCCIO FAVA –

L’ultimo attentato terroristico colpisce la Turchia già provata da recenti episodi gravi di non chiara matrice e collegabili alla stessa instabilità interna e ai progetti di Erdogan. Numerose le vittime, questa volta turisti europei, in prevalenza tedeschi,  che trascorrevano la mattinata in visita alle bellezze di Istanbul. Le immagini, il suono delle sirene, la grande confusione per il fuggi fuggi , non solo dei turisti, tutti alla ricerca di una via di fuga complicata dall’arrivo contemporaneo delle forze speciali turche e delle ambulanze, offrono uno spettacolo terribile sullo sfondo di colonne di fumo. Uno spettacolo terribile purtroppo già visto. Istanbul con le sue attrazioni storiche e artistiche è contraddistinta dalla divisione in due: una parte prevalentemente europea, l’altra più asiatica.

L’attentato del kamikaze è stato pianificato dai terroristi nella zona europea con l’obbiettivo evidente di colpire soprattutto i turisti e inviare un tragico segnale e avvertimento ai paesi di provenienza. Già le tristi giornate di Parigi tornano in mente; l’assalto al museo Bardo di Tunisi; il blitz sulle spiagge del Mar Rosso, seguito dall’abbattimento dell’aereo russo che riportava a San Pietroburgo villeggianti di ritorno da una vacanza a Sharm el-Sheikh, rappresentano tutte scelte del cosiddetto stato islamico e della sua volontà di colpire l’Europa, ma contemporaneamente i paesi mediorientali che fanno del turismo una delle principali risorse.

Si conferma ulteriormente la crudeltà e ferocia dell’Isis, unitamente non solo alla capacità di infiltrazione e reclutamento, di organizzazione e appoggio di militanti fanatici, ma anche di programmazione e scelte politiche. Questa volta addirittura contro la Germania della Merkel, oltre al presidente Erdogan e alla sua nuova collocazione verso l’Europa e gli Stati Uniti mentre è alle prese con un difficile tentativo di stabilizzazione interna e con un duro scontro con il presidente russo Putin.

Assistiamo ad un crescente disordine mondiale, senza che si intravedano strade percorribili per un suo superamento e che sembra ampliarsi e aggravarsi di giorno in giorno. Si pensi anche ai rischi gravi contenuti nel duro confronto, per ora solo verbale e diplomatico, tra l’Iran e l’Arabia Saudita , al tentativo nucleare del nord Corea, retta da decenni da un potere dittatoriale che può drammatizzarsi ulteriormente e che non rappresenta comunque un fattore di allentamento delle tensioni.

L’Europa purtroppo non è in grado di svolgere alcun ruolo significativo. Basti pensare alla tragedia dei migranti resa ambiguamente ancora più complicata dalle vicende di fine anno a Colonia che appesantiscono non poco il ruolo intelligente ed aperto assunto dalla Cancelliera che peraltro è alla vigilia di importanti elezioni che in qualche modo ne condizionano le possibilità di iniziativa in Germania ed in Europa.

Il nostro governo brilla per dichiarazioni continue non solo in televisione ma anche sui mezzi informatici rassicurando che il Paese è ripartito alla grande e che finalmente l’Italia ha conquistato un posto autorevole nel mondo. Basta però pensare alla gravità della perdurante crisi libica per restare perplessi sul nostro ruolo e constatare l’accrescimento delle incertezze e delle preoccupazioni per sviluppi che tardano ad arrivare.

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