OSSERVATORIO AMERICANO di D. MACERI/ Kevin McCarthy: la gaffe e il regalo a Hillary

Domenico Maceridi DOMENICO MACERI*/

Quando i politici ci dicono la verità spesso avviene attraverso le loro gaffe. È successo recentemente con Kevin McCarthy, leader della maggioranza alla Camera, e fino a qualche giorno fa probabile speaker al posto del dimissionario John Boehner. McCarthy in un’intervista alla Fox News ha cercato di difendere il record dei repubblicani alla Camera dicendo che avevano stabilito “la commissione su Bengasi ed adesso i sondaggi su Hillary Clinton sono scesi notevolmente”. Traduzione: la commissione su Bengasi era puramente politica e mirava a erodere i consensi dell’ex first lady e distruggere la sua corsa per la conquista della Casa Bianca.

McCarthy ha suggerito ciò che quasi tutti già sapevano. I fatti su Bengasi sono venuti a galla solo in minima parte mediante le sette investigazioni della Camera. In ogni modo nessun smoking gun è stato scoperto. Il dipartimento di Stato americano avrebbe potuto fare di più per prevenire la morte dei quattro diplomatici americani nel 2012, ma la Clinton, allora segretario di Stato, non ne è risultata colpevole.

Le inchieste della Camera sul caso hanno però intrecciato la questione delle e-mail della Clinton. Anche qui non è stata considerata colpevole anche se avrebbe potuto agire con più discrezione usando solo un account di e-mail per il suo lavoro e un altro individuale senza mischiare i messaggi personali con quelli ufficiali. Un peccato che non pochi professionisti hanno fatto e continuano a fare.

L’ammissione di McCarthy ha naturalmente dato alla Clinton la legittimità e lei ha colto al volo il regalo ricevuto dalla gaffe. In uno spot televisivo intitolato “Ammissione”, si vede McCarthy con l’audio della giornalista Andrea Mitchell della Nbc sintetizzare che “le inchieste parlamentari su Bengasi e le email erano state create per distruggere la sua candidatura”. 

Si sapeva già che le inchieste parlamentari producono poco, eccetto scene teatrali per attirare i media e fare pubblicità alle cause della maggioranza che controlla la Camera. Con regolare frequenza i parlamentari in queste commissioni costringono degli individui a presentarsi davanti a loro con l’idea di investigare ma in realtà ne approfittano per i loro comizi politici. Spesso si sbagliano di grosso. 

Un recentissimo esempio ci viene offerto dall’inchiesta parlamentare su Planned Parenthood. Jason Chaffetz, il presidente della commissione al riguardo, ha usato una grafica di Planned Parenthood per dimostrare che gli aborti sono in aumento mentre i servizi per la prevenzione del cancro in netta discesa. C’era solo un problema. L’informazione era fasulla ed era stata infatti fornita da un gruppo che vuole costringere Planned Parenthood a chiudere i battenti.

Nonostante ciò i repubblicani alla Camera hanno minacciato di togliere i fondi a Planned Parenthood e Chaffetz, candidato a speaker, ha dichiarato che lui favorisce il default del governo se i repubblicani non riescono a mettere in atto la loro agenda.

L’atteggiamento bellicoso del Gop aumenterà, come ci rivelano le ultime notizie sull’elezione del prossimo speaker. McCarthy, dopo una riunione con i parlamentari del partito, ha annunciato che non sarà candidato alla presidenza della Camera. Boehner, lo speaker uscente, aveva avuto vita difficile a causa dei “talebani” del Freedom Caucus e delle loro richieste eccessive. Questi trenta parlamentari lo hanno costretto a dimettersi. McCarthy è stato silurato anche prima di essere eletto.

Nello spot dell’ex first lady si sente che “I repubblicani hanno speso milioni per attaccare Hillary Clinton e opporsi a tutto ciò che la favorisce, dalla sanità ai bassi pezzi, all’uguaglianza dei salari”. “Hillary” continua lo spot, “continuerà a battersi per voi”. Giusto. Se sarà eletta presidente dovrà lottare ancor di più, specialmente se il prossimo speaker seguirà l’ideologia “talebana” del Freedom Caucus.

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