Agenti italiani in Brasile pronti a prelevare Cesare Battisti, che però è latitante. Intricata procedura giudiziaria

Agenti italiani sono arrivati in Brasile, pronti a prelevare Cesare Battisti, che però è  latitante dopo il via libera all’estradizione concessa  dal presidente Michel Temer. Lo riferisce Globo News online.
“Il Brasile non sarà più il paradiso per i criminali stranieriha affermato  Eduardo Bolsonaro – figlio del presidente eletto Jair Bolsonaro e deputato federale brasiliano – commentando la notizia dell’estradizione di Cesare Battisti, concessa dal presidente Michel Temer. Battisti “ha ucciso un poliziotto e un padre davanti al figlio, è stato condannato in Italia per 4 omicidi, è fuggito in Brasile e Lula aveva deciso che rimanesse in libertà”, ha scritto Bolsonaro su Twitter, aggiungendo che “ora che il Supremo Tribunale Federale ha deciso di estradarlo è diventato latitante”. Il figlio del presidente eletto ha sottolineato che quello dell’ex terrorista italiano “è il caso più famoso”, ma in Brasile “si sono rifugiati almeno due sequestratori dal Paraguay e certamente altri banditi condannati a livello internazionale”.
Eppure c’è chi la pensa diversamente, come Tarso Genro, ex ministro della Giustizia del governo di Lula da Silva, che concesse l’asilo politico all’ex terrorista italiano. Secondo Genro, l’estradizione verso l’Italia di Cesare Battisti, autorizzata dal presidente brasiliano Michel Temer, è frutto di “un accordo raggiunto fra due governi di estrema destra.  Perciò se dovessi valutare questa questione in termini giuridici, starei dando un valore diverso a una decisione che è politica”.

Comunque ad ordinarne l’arresto, con un provvedimento immediatamente esecutivo, è stato un magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf) brasiliano, Luis Fux.

Formalmente, il giudice Luis Fux ha revocato una misura a favore di Battisti, che lui stesso aveva concesso nell’ottobre dell’anno scorso. Lo ha fatto su richiesta della Procuratrice Generale, Raquel Dodge, per “evitare il rischio di fuga e assicurare una eventuale estradizione”, secondo un comunicato diffuso dalla stessa Procura.

 

Ora Fux  (pur definendosi favorevole al provvedimento) ha chiesto una decisione collegiale sulla possibilità che un capo di Stato annulli la decisione di un suo predecessore sulla concessione dell’estradizione.

Il Stf si era già dichiarato a favore dell’estradizione di Battisti nel 2010, lasciando però l’ultima parola all’allora presidente Lula da Silva riguardo alla sua permanenza nel paese. Lula concesse all’italiano la residenza permanente in Brasile nelle ultime ore del suo mandato. Lo scorso 6 novembre Fux aveva presentato al Stf la sua relazione sul caso Battisti, chiedendo che sia esaminato in sessione congiunta da tutti i magistrati dell’alta corte. Il Stf deve decidere se un presidente può legalmente modificare una decisione del genere presa da un suo predecessore.

Il presidente eletto, Jair Bolsonaro, ha assicurato molte volte – l’ultima venedì, ricevendo l’ambasciatore italiano in Brasile – che intende concedere l’estradizione di Battisti, che considera un “piccolo regalo” per il popolo italiano.

I media brasiliani danno per scontato che i legali di Battisti presenteranno un ricorso contro la decisione di Fux, chiedendo un parere dell’intero Srf. Ma l’ex terrorista dovrà aspettare la decisione dietro le sbarre. Al momento il suo legale si è limitato ad un “non comment” dopo aver precisato di non aver ancora avuto accesso agli atti del giudice:”L’ho saputo dai media”, ha detto.

Battisti vive in Brasile dal 2009, e attualmente risiede a Cananeia, sulla costa dello stato di San Paolo. Nell’ottobre dell’anno scorso è stato arrestato a Corumbà, nello stato di Mato Grosso del Sud, mentre, secondo l’accusa, tentava di attraversare il confine boliviano con 6 mila dollari e 1.300 euro non dichiarati. Liberato dopo tre giorni, è rimasto comunque sotto processo per esportazione illegale di valuta.

Commenta per primo

Lascia un commento