ORA DI PUNTA/ Toh, chi rivede: la vecchia Dc!

ORA di puntadi ENNIO SIMEONE L’ineffabile presidente-segretario Matteo Renzi a 7 giorni dalle elezioni amministrative si è ricordato improvvisamente delle periferie. Genericamente, senza indicazioni precise: ognuno è autorizzato a pensare che si tratti di quelle della sua città (“poi spetta ai sindaci”, aggiunge il furbacchione. Cavoli loro). E così, di passaggio per Venezia, parlando – guarda un po’ – con i giornalisti, fa l’annuncio: “Abbiamo stanziato 500 milioni per le periferie”. Poi, con un salto all’altro capo della penisola, a Reggio Calabria, rilancia: “Dopo aver aperto la Salerno-Reggio Calabria” (che è stata aperta 40 anni fa!) “penseremo al ponte sullo Stretto di Messina”.

Proprio come usava fare la vecchia Democrazia Cristiana ad ogni vigilia di elezioni, sì la Dc che Renzi dice di aver “rottamato” insieme con i vecchi partiti, e che riappare con le sembianze cambiate ma con gli stessi metodi. C’è una sola differenza: almeno quelli le promesse, magari con un po’ di ritardo, le mantenevano. Lui invece annuncia da due anni che sta cambiando l’Italia e l’unica cosa che ha cambiato è la legge costituzionale abbinata a una legge elettorale che gli consentirebbe, se non venisse bocciata con il referendum, di rimanere a Palazzo Chigi per tutta la vita. Grazie anche ai compiacenti signorsì di qualcuno dei cosiddetti capi della cosiddetta sinistra Pd.

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