ORA DI PUNTA/ Se tornano i “5 Brutos”, Bersani può fare Everigio

ORA di puntadi ENNIO SIMEONE – Agli albori della Tv  irruppero sui teleschermi in bianco e nero I Brutos, cinque comici che in teatro a Torino avevano inventato un genere: il rock demenziale. Dei cinque agli spettatori ne rimaneva impresso uno in porticolare, il più anziano e bassino, Gianni Zullo, in arte Everigio. Era quello che prendeva gli schiaffi dagli altri quattro, senza colpa, anzi appena accennava ad aprir bocca.

BrutosEverigio (il quarto da snisyra nella foto) è morto nel 2005, alla bella età di 85 anni nonostante gli schiaffi presi durante la sua lunga carriera nel mondo dello spettacolo. Dei Brutos non si sente più parlare da quando li ripropose, nella sua bella trasmissione “Novecento”,  Pippo Baudo una decina di anni fa.

Per la fortuna di coloro che sono avanti negli anni, a scongiurare il rischio di essere sopraffatti dalla nostalgia appare spesso in tv ai giorni nostri un illustre personaggio della politica: Pierluigi Bersani. Tra una acrobatica metafora e l’altra, cerca di tanto in tanto di dire qualcosa di sinistra. Negli ultimi tempi sta cercando persino di sussurrare che al referendum costituzionale di ottobre potrebbe votare no a quell’aborto di riforma costituzionale per la quale in parlamento aveva votato malvolentieri sì in nome della unità della “ditta” e in cambio della mezza promessa di una correzione che consentisse di far eleggere, con i voti (“indiretti”!) dei cittadini, i senatori “a mezzo servizio” (ma con immunità garantita) del “nuovo Senato” (che non abolisce affatto il bicameralismo, solo che lo fa diventare  “non perfetto”).

Ma, ogni volta che apre bocca, a Bersani arriva immediatamente un sonoro schiaffone, mediatico ma non metaforico.  E non sempre provvede Renzi: non si sporca le mani. Se ne incaricano a turno i subalterni: Guerini e Deborah Serracchiani, o la co-autrice della riforma, scritta – come usa scrivere Marco Travaglio – “dalla Boschi a quattro piedi con Verdini”. Poi, per prendere gli schiaffi, dopo Bersani, si mettono in coda Speranza e Cuperlo. I quali non si avventurano nemmeno nelle metafore, motivo per cui sui canali Rai non ce li vogliono proprio.

PS. Errata corrige. Poche ore dopo aver scritto questa noterella, è arrivato un altro schiaffo a Bersani, ma stavolta dal Giappone (dove si trova per partecipare al vertice dei 7) direttamente da Renzi. “L’Italicum non si discute: dà la certezza a chi vince di governare, ed elimina gli inciuci permanenti”. Come quelli in atto tra il segretario del Pd e i transfughi di Forza Italia. Parola di inciucione: Bersani, stai sereno.

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