ORA DI PUNTA/ Che governo si fa? È sempre di martedì

di ENNIO SIMEONE – Questi salotti televisivi stanno diventando stucchevoli: sempre gli stessi personaggi che passano da uno studio all’altro senza neppure cambiarsi d’abito,  sempre le stesse domande blande o finto-ingenue dei conduttori. E sempre le stesse risposte. Le più ripetitive in assoluto sono quelle degli esponenti del Pd e in particolare del riesumato ex segretario ed ex capo del governo Matteo Renzi. Il quale, nella perfetta convinzione che gli ascoltatori siano stupidi, continua a ripetere che “i vincitori delle elezioni non sono stati capaci di formare un governo” senza che i conduttori (si fa per dire) gli obiettino semplicemente che: a) nessuno dei cosiddetti vincitori ha la indispensabile maggioranza parlamentare per ottenere la fiducia per un proprio governo; b) comunque i cosiddetti vincitori appartengono a due campi politici notevolmente diversi e difficilmente amalgamabili; c) soprattutto uno dei due cosiddetti vincitori, cioè il M5s, ha proposto (su precisa proposta del presidente della Repubblica) al Pd di stabilire un contratto di governo alla luce del sole su alcuni ponti programmatici condivisi o condivisibili, ma il Pd prima ha tentennato, poi si è rifiutato persino di sedersi a un tavolo e parlarne, dopo l’intervento televisivo di Renzi, che ha deposto la bicicletta da senatore di Rignano in vacanza ed è corso dal compiacente Fabio Fazio a ribadire la ridicola posizione (questa, sì, offensiva per Mattarella) “noi siamo all’opposizione” …del governo (che non c’è).

La scena si è ripetuta ieri sera a “Di Martedì” su La7, accompagnata dal sorriso stereotipato di Floris e dalle scempiaggini vendute per satira da Gene Gnocchi. Complimenti!

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