Cento anni fa, il 12 giugno del 1922, veniva alla luce a Firenze una delle menti più brillanti di cui la comunità scientifica italiana abbia avuto l’onore di fregiarsi: Margherita Hack, astrofisica di fama internazionale. E non poteva che nascere in Via delle Cento Stelle, nel quartiere Campo di Marte, la signora del cielo, che fu anche la prima donna a dirigere l’Osservatorio astronomico di Trieste.
Vegetariana, amante dei gatti, divulgatrice brillante e amatissima, paladina dei diritti civili, mente luminosa anche su grandi temi come il rapporto fra fede e scienza. Curioso anche il suo “cognome”: il verbo inglese “to hack”, tra i vari significati, ha quello di “fare a pezzi, intaccare”…un gioco di parole perfetto per chi come lei ha sovvertito tanti stereotipi, attraverso le sue battaglie e i suoi successi professionali.
Per lei è pronta una statua a Milano, la prima dedicata a una scienziata sul suolo pubblico in Italia. Un primato che Margherita Hack avrebbe probabilmente commentato con una delle sue battute ironiche e taglienti da vera toscana Doc.
Durante la Seconda GuerraMondiale aveva mosso i primi passi da astrofisica all’Osservatorio di Arcetri, sulla stessa collina dove trascorse gli ultimi anni della sua vita Galileo Galilei. A nove anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 29 giugno 2013, resta indelebile il segno che ha lasciato come astronoma e divulgatrice.
Margherita Hack indossa una tuta da Super eroina decorata con stelle e pianeti e fa l’occhiolino sui muri di Firenze nell’opera a lei dedicata dalle street artist LeDiesis che la ricordano con una sua frase:
“La colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che regolano l’universo, la terra, il proprio corpo, di rifiutare l’insegnamento calato dall’alto, in una parola Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede.”
Molti gli eventi organizzati in suo onore a Firenze. Il Planetario ricostruirà il cielo che illuminava la sua città natale il 12 giugno 1922 e la Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze dedicherà una serata a lei e a tutte le altre donne scienziate i cui nomi rimangono taciuti dalla Storia e i cui contributi nel campo dell’Astronomia sono stati spesso attribuiti alle figure maschili a loro affiancate.
L’omaggio di Rai Teche all'”amica delle stelle”
A partire da oggi sarà on-line su RaiPlay un omaggio antologico di Rai Teche alla grande scienziata dal titolo “Hack, l’amica delle stelle”. Fra le interviste e i programmi raccolti che la vedono protagonista, sarà possibile rivedere alcune perle d’archivio, come il commento del passaggio della cometa di Halley nel 1985, le interviste rilasciate a grandi nomi del piccolo schermo come Enzo Biagi, Carmen Lasorella, Luciano Rispoli e Fabio Fazio, ma anche alcune partecipazioni televisive in una veste inusuale: su tutte, la Margherita Hack che si cimenta nel ruolo di conduttrice del programma della sede Rai del Friuli Venezia – Giulia “Il forte e il debole” (1980).
In occasione delle celebrazioni del centesimo anniversario di Margherita Hack, Firenze diventa il set per le riprese di “Margherita. La voce delle stelle”, il documentario prossimamente trasmesso su Rai 3.
Protagonisti il Teatro Puccini e il Museo Galileo, uno dei luoghi più importanti d’Italia sotto il profilo della memoria astronomica, che ospitano la testimonianza di Stefano Sandrelli, autore e astrofisico, e di Gabriella Greison, fisica, scrittrice e drammaturga.
Il documentario ricostruisce la vita di questa straordinaria donna, ironica e libera, sincera fino alla provocazione, sportiva appassionata e refrattaria ai cliché, a partire dagli anni della nomina a direttrice dell’Osservatorio Astronomico di Trieste che lei ha trasformato in un polo di ricerca di rilevanza internazionale.
Un racconto impreziosito da materiale di repertorio inedito e da numerose testimonianze di chi ha avuto il privilegio diaverla come insegnante, guida professionale e soprattutto amica. Come Federico Taddia, autore, giornalista scientifico, collaboratore di Margherita Hack negli ultimi anni della sua vita, in particolare nelle attività di divulgazione come i libri a quattro mani con l’astrofisica, legato a lei da un’amicizia personale, che firma il documentario insieme a Laura Allievi e Samuele Rossi, che ne firma la regia.
Grazie alle registrazioni audio originali sinora inedite conservate da Federico Taddia, che in questo docufilm fanno da filo rosso tra un aneddoto e l’altro, ai ricordi si alterna il racconto dalla viva voce di Margherita Hack, un modo suggestivo di ascoltare la sua storia.
La semplicità di una mente geniale
“Nel suo campo indagine, la spettroscopia, ha condotto studi molto interessanti, dando un contributo importante”, ha detto il presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Marco Tavani. Accanto a questo ruolo di gestione scientifica, “Margherita Hack ha svolto un enorme lavoro di comunicazione: riusciva a bucare lo schermo con il suo modo peculiare di esprimersi e nello stesso tempo – osserva Tavani – era sempre attenta e rigorosa nei contenuti. La sua era una divulgazione fatta con parole semplici, ma corretta dal punto di vista scientifico: è un rigore che ha sempre avuto, non ha semplificato troppo ma si è fatta capire da tutti”.
Anche per questo l’Inaf ha deciso di ricordarla a cento anni dalla nascita con una serie di eventi, che protrarranno i festeggiamenti fino a lunedì 13 giugno quando a Milano sarà inaugurata la scultura a lei dedicata.
(fonte: Rai News 24)
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