di RAFFAELE CICCARELLI* – Una delle principali notizie rimbalzate in questi giorni su tutti gli organi di informazione è stata la rinuncia da parte della città di Roma alla candidatura ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024. L’argomento è stato sviscerato in tutte le sue sfaccettature, la questione è strettamente politico-gestionale e non possiamo di certo avere la competenza per entrare nel merito. Tutta la faccenda, però, si presta a numerose valutazioni che non possono non coinvolgere anche l’osservatore esterno.
La prima cosa che ci ha colpito è la maleducazione manifestata dal sindaco di Roma (pur grammaticalmente corretto, “sindaca” è un termine brutto da sentire che proprio non mi riesce di usare) Virginia Raggi. Avere un appuntamento istituzionale con il presidente del Coni, che è l’equivalente del ministro dello sport, e “bucarlo” perché trattenuta a pranzo è sembrato un gesto che non dovrebbe appartenere alla buona educazione comune e neanche a chi si propone come “novità” nel panorama politico italiano. In realtà, comportandosi in questo modo, non si è mostrato altro che il modo di fare tipico di chiunque faccia politica in Italia, indipendentemente dall’appartenenza.
Stigmatizzato, e non poteva essere altrimenti, quel comportamento, emerge una mancanza di approfondimento della nuova normativa olimpica, per la quale poteva affidarsi a qualche esperto, magari ad uno storico dello sport, che la potesse consigliare al meglio, e prendere dopo la decisione, anche negativa, ma con cognizione di causa.
In questo no alla candidatura – che comunque non si sa se avrebbe poi comportato automaticamente l’assegnazione – non posso, come cittadino italiano, non avvertire un senso di resa nella lotta al malaffare, che sicuramente avrebbe cercato il suo sporco profitto, ma che andava contrastato per tutta la parte buona dello Stato e dei cittadini che avrebbero potuto ricevere benefici e andare orgogliosi della loro capitale. Invece, segnale ancora più preoccupante, questo rifiuto ci dice che il malaffare l’ha avuta vinta anche contro il gruppo che è ora al comando della capitale, che accusa il passato ammettendo di poter sbagliare in futuro contro i latrocini che continuano, a nostre spese, ad infliggere danni materiali a Roma e morali a tutta la Nazione. Un segnale negativo contro cui tutto il popolo italiano, e non solo un movimento politico, è chiamato a combattere, perché, Giochi Olimpici o meno, gli italiani hanno il diritto di sedersi ai massimi consessi mondiali, di partecipare senza alcuna paura ai grandi eventi, di esserne orgogliosi, e ribellarsi ad una deriva altrimenti senza speranza.
*giornalista e storico dello sport
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