Oggi tappa finale della “esplorazione” di Fico con una riunione delle delegazioni dei gruppi parlamentari che si richiamano alla maggioranza del governo dimissionario per tracciare un “programma di legislatura”

di ROMANO LUSI Per questa mattina alle 9,30 il presidente della Camera Roberto Fico, nella veste di “esploratore” per conto del presidente della Repubblica, ha convocato a Montecitorio le delegazioni di tutte le formazioni parlamentari che rientrano – secondo la definizione usata da Mattarella – nel “perimetro” della maggioranza che ha sostenuto il governo Conte fino all’apertura della crisi e che Fico ha consultato sabato e domenica.  

Oggetto della riunione  un confronto sui temi e i punti programmatici per arrivare, eventualmente, a una sorta di testo che sintetizzi un “programma di legislatura”, da valere fino al 2023, cioè fino alla scadenza di questo parlamento e alle nuove elezioni. Finora tutti i gruppi consultati da Fico hanno convenuto sulla indicazione della riconferma di Giuseppe Conte come capo di questo nuovo governo, tranne Italia Viva, perché Renzi (che non sarà presente alla riunione di stamattina)  ha ribadito di voler indicare il nome della persona da designare a quel ruolo dopo che si sia raggiunto un accordo sul programma. Insomma vuol far perdere al paese altro tempo oltre a quello che ha fatto perdere provocando un’assurda quanto perniciosa crisi in un momento così drammatico vissuto dall’Italia per la pandemia.

 Saranno i capigruppo di Camera, Graziano Delrio, e Senato, Andrea Marcucci, i rappresentanti Pd al tavolo di lavoro, secondo quanto si apprende da fonti dem. Altri componenti potrebbero aggiungersi sulla base delle modalità della giornata. Per Italia Viva parteciperanno i capigruppo alla Camera, Maria Elena Boschi, e al Senato, Davide Faraone. Al tavolo, per Liberi e Uguali parteciperanno i capigruppo alla Camera, Federico Fornaro, e al Senato, Loredana De Petris. Per il M5s i capigruppo al Senato e alla Camera Ettore Licheri e Davide Crippa.

Ieri pomeriggio si è concluso il secondo giorno di consultazioni del mandato esplorativo del presidente della Camera Fico. Europeisti, Maie, Centro Democratico, Autonomie, Psi e la senatrice De Petris di Leu per il Misto di Palazzo Madama hanno indicato Giusppe Conte come punto di equilibrio per la maggioranza e chiedono di affidare a lui l’incarico per formare il nuovo governo politico e concordare il programma scritto chiesto anche da Italia Viva.

La mossa di Matteo Renzi, di non partecipare fisicamente all’incontro, per certi aspetti si sospetta che miri a complicare la trattativa alzando la posta e comunque a ritardarne la conclusione, forse nella speranza che Mattarella si irriti e passi ad una mossa diversa per la soluzione della crisi, anche se  il parere prevalente è che  è che Renzi abbia rinunciato al ricatto sul Mes, come punto di rottura con i Cinquestelle.

Comunque l’ultima frazione di consultazioni di Fico, ieri pomeriggio, ha registrato la concordanza dei gruppi “minori” ascoltati dal presidente della Camera sulla proposta del Conte ter:   “Siamo pronti a un programma di legislatura e la persona giusta per portare avanti questo programma e guidare un governo è Giuseppe Conte. Stiamo lavorando su un programma, sulle questioni che riguardano la pandemia e la crisi, sicuramente ci saranno altre occasioni per incontrare il presidente Fico ma sarà lui a informare”, ha affermato Ricardo Merlo, a nome del gruppo parlamentare “Europeisti – Maie – Centro Democratico” del Senato, dopo l’incontro con Roberto Fico.

Abbiamo ribadito al presidente Fico la nostra indicazione per un incarico a Conte, in quanto riteniamo che sia la garanzia di un soluzione rapida e che possa garantire continuità col precedente governo, che era stato per noi particolarmente soddisfacente”, ha spiegato Gianclaudio Bressa, in rappresentanza del gruppo parlamentare per le Autonomie, al Senato, dopo la consultazionea Montecitorio. “Abbiamo dato indicazione non solo di fare in fretta ma di dare incarico per il nuovo governo a Giuseppe Conte”.

Siamo per un governo politico, guidato da Conte, che arrivi al termine della legislatura, sapendo che l’alternativa è il governo del Presidente della Repubblica che porti il Paese alle votazioni, ma questo significherebbe che il parlamento non riesce a esprimere una maggioranza”, ha detto Bruno Tabacci, in rappresentanza di Centro Democratico – Italiani in Europa, al termine delle consultazioni con Roberto Fico. “Quando responsabili diventa un termine negativo io non mi ci posso riconoscere – ha aggiunto – Sono responsabile di quello che dico e che faccio. Abbiamo dato vita a una iniziativa politica che ha portato al Senato alla nascita del gruppo europeisti e alla Camera a un gruppo che conta 15 deputati”. Nuovi ‘responsabili’? “Ritengo che la partita si svolgerà quando il presidente incaricato avrà presentato la sua squadra e il suo programma e si vedrà chi vota e chi non vota. Non è il caso ora di fare dei vaticini”, ha precisato Tabacci, convinto che una maggioranza Ursula “qua non c’è”.

Ripartire imprescindibilmente dal presidente del consiglio uscente, Giuseppe Conte. Noi lo sosterremo convintamente”, ha detto anche il deputato Antonio Tasso, esponente del Maie alla Camera.

Abbiamo indicato il nome di Conte come unica guida possibile del prossimo governo. L’indicazioni su Conte è di tutta evidenza che non è separabile dai contenuti programmatici”, ha affermato la capogruppo del Misto al Senato Loredana De Petris dopo le consultazioni con il presidente della Camera Roberto Fico. “Conte deve essere il garante di un accordo programmatico che dovrà assicurare una continuità con il governo uscente. Bene il patto di legislatura, ma il patto è strettamente collegato all’indicazione per Conte”, aggiunge.

Intanto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un post su Fb ha sottolineato la necessità di un governo forte in tempi rapidi. “In questi momenti – ha scritto – serve un esecutivo forte, mentre noi agli occhi del mondo appariamo deboli. O ci mettiamo in testa che dobbiamo ripartire in fretta con un nuovo governo puntando a sfruttare al meglio i 209 miliardi del Recovery oppure le future generazioni piangeranno le follie di una politica che invece di pensare ai problemi degli italiani, litigava per le poltrone

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