Caso mortale in Veneto, ma “niente panico per la febbre del Nilo provocata dalla zanzara Culex”, assicura il professor Bisoffi

C’è stato un caso mortale in Veneto, ma “niente panico per la Febbre del Nilo Occidentale, la West Nile, di cui questa estate in maniera particolare si è tornati a parlare e che viene diffusa dalle zanzare Culex, particolarmente numerose quest’anno probabilmente per l’andamento climatico. “Una persona infetta non è contagiosa; nemmeno un cavallo infetto. L’unica fonte di infezione sono gli uccelli migratori, che purtroppo se ne infischiano delle leggi sull’immigrazione”: la precisazione arriva dal professor Zeno Bisoffi, direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive e Tropicali dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), che proprio nelle scorse settimane ha ricevuto dal Ministero della Salute il riconoscimento di Irccs (Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico) proprio per questa disciplina.

“In regioni come il Veneto, il numero di casi può sembrare più elevato che in altre perché da anni”, spiega il professor Bisoffi, “è in piedi un sistema di sorveglianza attiva delle cosiddette ‘febbri estive’ che, accanto alla sorveglianza entomologica, consente di avere un quadro chiaro della circolazione del virus”. Un sistema di sorveglianza di cui fanno parte l’Unità Operativa dell’Ospedale di Negrar, l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e l’Istituto di Microbiologia dell’Università di Padova.

Dal 2015 l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di casi segnalati all’anno. Tra il 2008 e il 2016 i contagi sono stati circa 210, concentrati in nove regioni (Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna) e otto i casi importati.
Nel 2018 i casi di West Nile sono finora più numerosi della media degli anni precedenti, spiega il professor Bisoffi, “probabilmente a causa dell’andamento meteorologico, molto caldo già in maggio, cui è seguita una stagione con frequenti precipitazioni, un clima ideale per lo sviluppo della zanzara Culex”.

Come difendersi quindi dal possibile contagio? “In tutti i comuni veneti dove sono stati trovati focolai di zanzare infette, sono in corso sistematici interventi di disinfestazione” sottolinea il professor Bisoffi. “Nelle zone ad alta densità di zanzare, anche le misure di protezione individuale – aggiunge – come ad esempio l’uso di repellenti cutanei e le zanzariere, contribuiscono a diminuire il rischio”.

Statisticamente, su 250 persone che acquisiscono l’infezione di West Nile dalla puntura di zanzara Culex 200 non avranno nessun sintomo; 49 avranno una febbre simil-influenzale (ma in stagione estiva); e solo una svilupperà la forma grave meningo encefalica.
Quindi “niente panico” raccomanda il direttore dell’Unità operativa di Malattie Infettive e Tropicali dell’Ospedale di Negar: “Anche in quest’anno molto particolare, l’influenza avrà fatto probabilmente alla fine del 2018 molti più danni della West Nile, eppure non fa notizia. Per West Nile non esiste ancora un vaccino umano, ma per l’influenza sì”.

I CASI IN  VENETO- Sono 19 i casi di febbre da West Nile registrati in Veneto fino a ieri, cui si aggiunge il decesso di un anziano di 79 anni, residente in provincia di Verona, colpito dalla forma neuroinvasiva del virus.
Lo rende noto, sulla base del Bollettino sulla sorveglianza delle arbovirosi, l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto. “Sono addolorato per la morte di questa persona e rivolgo le condoglianze ai famigliari – aggiunge Coletto – ma corre l’obbligo di ricordare, per non accendere timori ingiustificati, che gli esperti indicano che un evento così grave si verifica nello 0,1% dei casi di infezione”.  Un’altra vittima a causa del virus West Nile si è registratat nei giorni a scorsi a Ferrara.

Per l’assessore Coletto, “la rete di monitoraggio, i controlli, e gli interventi in caso di necessità sono tutti attivati e, per quanto riguarda le competenze dirette della Regione, è attivo il Piano Regionale di Sorveglianza, i Dipartimenti di Prevenzione sul territorio collaborano con i Comuni, nei Pronto Soccorso e nei reparti ospedalieri l’eventualità che determinati sintomi possano essere ricondotti alla West Nile è attentamente considerata e, al minimo dubbio, si fanno gli esami e si erogano le cure necessarie”. La Regione Veneto dedica stanziamenti specifici, che in totale sono finora stati pari a 1,5 milioni di euro.

“Da parte loro – prosegue Coletto – i cittadini possono svolgere un ruolo importante per evitare la proliferazione delle zanzare attraverso l’adozione di semplici comportamenti come non abbandonare oggetti e contenitori di qualsiasi natura e dimensioni dove possa raccogliersi l’acqua piovana, come barattoli, bidoni, bacinelle, annaffiatoi copertoni; svuotare giornalmente qualsiasi contenitore di uso comune con presenza di acqua e, ove possibile, capovolgerli; coprire ermeticamente i contenitori d’acqua inamovibili come bidoni o cisterne”. Sui repellenti è disponibile una guida “Scelta e corretto utilizzo dei repellenti cutanei per zanzare” sul sito internet della Regione

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