Nella prima giornata di consultazioni (per decidere se sciogliere la riserva) Draghi ha ascoltato i gruppi minori del parlamento, raccogliendo per ora fiduciosi consensi. La giornata contrassegnata da un breve discorso di Giuseppe Conte, apprezzato anche da Mattarella

Mario Draghi – dopo aver accettato (con riserva) l’incarico di formare un nuovo governo (dopo le dimissioni di Giuseppe Conte) – ha iniziato oggi alle 15.30 le consultazioni dei gruppi politici presenti in Parlamento partendo da quelli minori per concluderle entro sabato mattina, 6 febbraio. Nella giornata di oggi si sono avvicendati anche gruppi misti come, per primo, quello comprendente Azione e +Europa, poi il misto a Maie, Cd, Europeisti-Maie, Misto Camera, Nci, fino a Cambiamo (di Calenda). Venerdì, dalle 11, sarà la volta delle Autonomie, e poi di Liberi e Uguali, Italia viva, Fratelli d’Italia, Partito democratico e Forza Italia (con la partecipazione di Berlusconi). Infine sabato mattina toccherà a Lega e M5S. Quindi i partiti della destra andranno da Draghi separatamente, e con linee di condotta evidentemenmte diverse.

Il Quirinale registra un moderato ottimismo sulla possibilità di una soluzione della crisi, con l’accettazione dell’incarico da parte di Draghi soprattutto dopo una breve ma importante dichiarazione pubblica di Giuseppe Conte (di cui riferiamo a parte) , improvvisata davanti ai microfoni dei giornalisti in piazza davanti a Palazzo Chigi, molto apprezzata anche dal  presidente Mattarella. Ma aperture al tentativo di Draghi sono arrivate anche da Silvio Berlusconi, dallo stesso Luigi Di Maio e dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi. Mentre Grillo ha invitato i deputati 5stelle a difendere ‘al tavolo l’agenda Conte’.

 Il leader della Lega, Salvini, al contrario ha invitato Draghi a «scegliere tra le richieste di Grillo e quelle nostre che sono il contrario: meno tasse o più tasse, aggiungendo:  «È meglio che ognuno dica liberamente quello che ha in testa».

Il Pd propone il suo apporto e il suo contributo al successo di Draghi. Sarebbe molto importante – ha sostenuto – che tutte le forze dell’alleanza Pd-M5s-Leu “collaborassero convinte” alla maggioranza del governo Draghi, con un allargamento in Parlamento alle forze “moderate, liberali, socialiste. Aiuterebbe la stabilità del governo, gli darebbe forza e credibilità in Italia e nel mondo”, ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti nella riunione della Direzione. “Possiamo lavorare con una linea chiara e una proposta di governo credibile per l’Italia”, sostenuta da “una maggioranza ampia ed europeista”, sottolinea. “Come ha correttamente detto Andrea Orlando, il Pd deve fare di più: lavorare – come stiamo facendo in queste ore – per garantire al professor Draghi una maggioranza con un profilo programmatico forte per affrontare i problemi che l’Italia ha davanti”.

LE DICHIARAZIONI IN BREVE

 +EUROPA “Abbiamo espresso il più ampio sostegno e convinto al tentativo che sta facendo il presidente Draghi”. Lo ha detto Emma Bonino in rappresentanza delle componenti Azione, +Europa, Radicali dei gruppi misti di Camera e Senato. “Forse perché uno è stato presidente della Bce, allora è un tecnico? Draghi ha fatto scelte politiche, nella difesa dell’Euro. Se intendete per governo tecnico il fatto che pone fine a questa politica cattiva, può starci, ma il suo sarà un governo totalmente politico. Poi starà a lui decidere il profilo dei ministri che vorrà chiamare”. Lo ha detto Emma Bonino (+Europa), parlando con i cronisti davanti a Montecitorio dopo le consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi.

AZIONE “Al termine della legislatura più pazza degli ultimi anni, la più trasformista e incoerente, a cui +Europa e Azione non hanno partecipato, l’unico atteggiamento responsabile è non mettere condizioni alla costruzione del governo. Il nostro sostegno è pieno e incondizionato”. Lo ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, dopo le consultazioni con il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi.

MAIE-MISTO “E’ una crisi inopportuna e irrazionale, ci interessa andare avanti perché le difficoltà economiche e sociali sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo accolto con forte condivisione l’esortazione di Mattarella e con grande apprezzamento le parole di Conte”. Lo ha detto Antonio Tasso, in rappresentanza delle componenti Maie e Psi del gruppo Misto Camera, al termine delle consultazioni con il premier incaricato, Mario Draghi. Dichiaro qua il nostro appoggio a Draghi, abbiamo offerto una nostra riflessione affinché il governo abbia una connotazione politica”. “L’occasione non la si può sprecare e l’appello di Mattarella, così coraggioso e inatteso, che è la conseguenza di questa crisi che ci ha tolto il respiro e la pazienza”. Lo ha detto Bruno Tabacci, in rappresentanza di Centro Democratico – Italiani in Europa, componente del gruppo Misto alla Camera, dopo e consultazioni con il presidente del consiglio incaricato, Mario Draghi. Da Mattarella, ha aggiunto, è arrivata “una frustata”. Credo che Draghi scriverà un proprio Recovery Plan, e nessuno potrà porgli condizioni“. Lo ha detto il leader di Cd, Bruno Tabacci, che ha insistito non solo sulle competenze di Draghi, ma soprattutto sulla autorevolezza in Europa: “Draghi ha retto per sette anni la BCE mettendo all’angolo il governatore della Bundesbank, jens Weidmann. Immagino le riunioni del Consiglio europeo, in cui i partecipanti chiedano il parere non solo a Macron o Merkel, ma soprattutto di Draghi”. Il leader del Cd ha ribadito con i cronisti le critiche a Iv per aver provocato la crisi, ma ha aggiunto: “se però le conseguenze sono l’arrivo di Draghi, dal male è arrivato un bene”.

FORZA ITALIA Il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, ha annunciato:  “Berlusconi è il leader di Forza Italia, quindi sarà lui a guidare la delegazione nelle consultazioni di domani con il premier incaricato, parlerà lui con Draghi. Del resto fu lui a indicarlo come governatore alla Banca centrale europea, tra loro c’è un’antica conoscenza e assonanza sulle politiche economiche seguite quando era alla guida della Bce”.

IL DISCORSO DI GIUSEPPE CONTE  IN PIAZZA DAVANTI ALL’INGRESSO I PALAZZO CHIGI

Nel giorno delle prime consultazioni di Mario Draghi per la formazione di un nuovo governo, il premier uscente Giuseppe Conte parla alla stampa in diretta dall’esterno di Palazzo Chigi, proprio davanti all’ingresso dove si ammassano troupe televisive e giornalisti. “Desidero innanzitutto ringraziare il presidente Mattarella. E’ stato un prezioso interlocutore negli anni dei miei mandati sia nei rapporti istituzionali che personali” e “desidero anche ringraziare tutti gli amici della coalizione che hanno lealmente collaborato per la realizzazione del nostro progetto politico”, ha esordito Conte, aggiungendo come “ieri ho incontrato il presidente incaricato Draghi. E’ stato un colloquio lungo, molto aperto, al termine del quale gli ho fatto gli auguri di buon lavoro”. In queste ore, ha aggiunto il premier uscente, “qualcuno mi descrive come un ostacolo alla formazione di un nuovo governo, evidentemente non mi conosce o non parla in buona fede: i sabotatori – dice – cerchiamoli da un’altra parte. 

Conte auspica quindi “un governo politico che sia solido e abbia sufficiente coesione per operare quelle scelte politiche, eminentemente politiche perché le urgenze del Paese richiedono scelte politiche non possono essere affidate a squadre di tecniche”.

Poi l’appello: “Mi rivolgo agli amici dei 5 Stelle: io ci sono e ci sarò. Come pure dico agli amici del Pd e di Leu: noi dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme – ha sottolineato il premier – perché il nostro progetto politico, che ho sintetizzato come alleanza per lo sviluppo sostenibile, continui. E’ un progetto forte, concreto, che aveva già iniziato a dare buoni frutti. Dobbiamo continuare a perseguirlo perché offre una prospettiva reale di modernizzazione del nostro Paese nel segno della transizione energetica, digitale e dell’inclusione sociale”.

Caos fra giornalisti e troupe, volano insulti – Si è trasformata in una sorta di girone dantesco la dichiarazione del presidente del Consiglio uscente. Previsto per le 13,30 il punto stampa di Conte è slittato un po’ perché in piazza si sono radunati un centinaio tra giornalisti, fotografi e operatori tv, oltre alla piccola folla di curiosi che si è assiepata intorno all’area dove staziona la stampa e i media.

Personale di Palazzo Chigi e gli agenti della Polizia hanno cercato di regolare gli spazi ma è risultato evidente che, a vista d’occhio, sono saltate tutte le norme del distanziamento e dei divieti di assembramento. E’ stato anche portato in piazza un tavolo dove sono stati sistemati microfoni e registratori, in modo che giornalisti e troupe potessero rimanere a distanza di sicurezza da Conte. Non sono mancati momenti di tensione e sono volati anche insulti tra giornalisti, fotografi, cameraman e addetti alle troupe. (adnkronos)

 

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