Multa per la vendemmia: “La burocrazia uccide l’amicizia”

vendemmiaMultati di 20.000 euro per aver invitato quattro amici a vendemmiare. La notizia arrivata da Cuneo si infittisce di nuovi grotteschi particolari grazie alle parole di Ada Bensa, compagna del signor Battaglino, proprietario dell’ettaro di vigna in cui è andata in scena la vicenda. Ada Bensa è intervenuta su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, durante ECG Regione, programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Inizia così il suo racconto: “Noi stavamo tranquillamente raccogliendo l’uva, io il mio compagno e quattro amici. Stavamo ridendo e scherzando e siamo stati circondati. Hanno girato tutta la collina, poi sono arrivati. C’era un carabiniere con i funzionari, un carabiniere per strada e sopra di noi addirittura un elicottero”.

Prosegue il racconto della signora Ada: “Il mio compagno è proprietario di una vigna piccolissima che si lavora da solo, ha passato mezza primavera a raccogliere l’erba sotto le viti, ma la vendemmia è un momento che si condivide anche con amici e parenti per uno scambio di favori che poi si tramuta con un pranzo o una cena tutti assieme. Ci si aiuta tra amici. Noi lo abbiamo fatto e non ci era mai capitata una cosa del genere. I carabinieri hanno redatto il verbale, ci hanno detto di andare ai coltivatori diretti, là ci hanno comunicato l’entità della sanzione, una multa di 3900 euro a persona, quindi circa 20.000 euro in tutto. Ieri sera il Sindaco e tutti gli altri si sono attivati, nella nostra posizione ci sono altre persone, che hanno una piccola vigna e che fanno andare amici e parenti a dare una mano. E’ stato fatto un consiglio comunale ieri, il Sindaco è stato chiamato dal viceministro dell’agricoltura che avrebbe deciso di ridurre la multa a 1500 euro, non ho ancora capito se a persona o in tutto”.

La signora Ada trattiene a stento le lacrime dalla rabbia: “Battista, il mio compagno, ha subito detto basta. Ha deciso di lasciare la vigna, che per lui è la vita. E’ la vigna che suo padre gli ha lasciato, piccola, da cui ha sempre fatto il vino per noi della famiglia. Sono tanto dispiaciuta. Questo è lo specchio dei tempi, io sono nata praticamente orfana perché mio padre è stato buttato nelle Foibe. Nel paesino in cui sono cresciuta era solito aiutarsi tra amici e vicini di casa. La burocrazia in questo modo distrugge la solidarietà tra i cittadini. Questa è un’Italia brutta, l’Italia nata dalla guerra invece era un’Italia di solidarietà”.

 

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