MOSTRO DI FIRENZE/ Nuovo colpo di scena: i Ris hanno accertato che la pallottola trovata nell’orto di Pacciani non è della Beretta calibro 22 usata dal serial killer. L’avvocato Antonio Mazzeo: “Crolla la prova regina dei processi contro il contadino e i compagni di merende”

di SERGIO TRASATTI/ Mostro di Firenze. Due Giudici per le indagini preliminari, Silvia Romeo e Angela Fantechi, hanno rilasciato l’autorizzazione alla visione e all’estrazione di copia degli atti dell’intero fascicolo o del singolo atto, in seguito alle istanze presentate da un pool di avvocati, legali di parenti di alcune vittime del serial killer che insanguinò la Toscana tra il 1968 e il 1985. A un primo assenso alla disamina da parte del Presidente della Corte d’Assise e del pm, c’era stata l’opposizione da parte del Sostituto Procuratore Luca Turco. Intanto, l’avvocato Antonio Mazzeo, uno dei legali di parenti delle vittime (quelle del 1981 e del 1985), ha fatto clamorose rivelazioni intervenendo a “Giallo d’Estate” su Cusano Italia TV la televisione del Cusano Media Group-Università Niccolò Cusano.

I conduttori Fabio Camillacci e Aurora Vena hanno sollecitato l’avvocato Antonio Mazzeo sul giallo della cartuccia trovata nell’orto di Pietro Pacciani nel 1992. E il legale ha rivelato: “Nelle indagini riferite all’ultimo procedimento che riguarda la perizia di Paride Minervini, anche i Ris di Roma hanno concluso evidenziando che sul collarino del bossolo inesploso vi è una scalfittura a stampo dalla forma lineare corrispondente a 1,3-1,4 millimetri; la quale può essere riferibile all’azione esercitata dall’estrattore di un’arma da fuoco. I Ris spiegano che in questo quadro, l’arma che avrebbe incamerato ed espulso l’originaria cartuccia, non appartiene a uno dei vari modelli di pistole semiautomatiche calibro 22 serie 70 prodotte dalla fabbrica Beretta, perché la forma e la dimensione della scalfittura sono incompatibili con le impronte di estrazione rilevate nei test. Quindi il perito balistico Paride Minervini parlò di pallottola artefatta, mentre i Ris dicono che se questa scalfittura deriva dall’estrattore, sicuramente non può essere stata sparata da una pistola Beretta calibro 22″.

L’avvocato Antonio Mazzeo ha ribadito un concetto. Infatti, uno dei legali dei parenti di alcune vittime del Mostro di Firenze ha detto: “A questo punto, il concetto è il seguente: Pietro Pacciani è stato condannato e con lui successivamente i compagni di merende per questa pallottola che ha fatto da prova regina al processo, ora, invece, scopriamo che questa pallottola per un perito autorevole è artefatta, mentre per i Ris non fu sparata da una Beretta. Senza dimenticare la testimonianza di Giancarlo Lotti, smentita nel tempo dai fatti”. Poi l’avvocato Antonio Mazzeo ha ribadito che da parte della Procura di Firenze, l’ostruzionismo per l’accesso agli atti prosegue nonostante le ordinanze dei gip.

La precisazione. L’avvocato Antonio Mazzeo in tal senso ha dichiarato: “Il Sostituto Procuratore Luca Turco ha scritto una pagina e mezzo di ulteriore richiesta per pregare i gip di negarci l’accesso agli atti. Pertanto, continua questa politica di ostruzionismo da parte della Procura di Firenze. E la cosa più incredibile sono proprio le motivazioni che adduce il dottor Turco ai gip per convincerli a negarci l’accesso agli atti, scrivendo che ‘ne ha sì diritto chiunque ne abbia interesse, ma questi legali sono stati incaricati di svolgere attività investigativa da parte di parenti delle vittime del mostro di Firenze, in particolare le vittime del 1981 e quelle del 1985, e la norma non è estensibile alle indagini difensive dei legali delle parti offese ma è a favore soltanto del diritto di difesa quindi l’accesso agli atti dev’essere limitato soltanto ai difensori degli indagati’. Tutto questo mi sembra assurdo perché dottrina e giurisprudenza, ormai consolidate, dicono che il diritto di svolgere indagini difensive spetta a tutti i legali compresi quelli delle persone offese”.

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