MONDO NEL PALLONE/ Russia 2018 al via tra Robbie Williams, Ronaldo, Lenin e Putin. Subito una “manita” dei padroni di casa all’Arabia Saudita

di FABIO CAMILLACCI/ Scattato il Mondiale di calcio 2018, purtroppo senza azzurri, scatta anche questa nuova rubrica di Altroquotidiano dedicata alla rassegna iridata. Ovviamente, il primo appuntamento della nostra “Mondo nel Pallone”, non poteva non puntare i riflettori sulla tradizionale cerimonia di apertura di Russia 2018. Da Lenin a Robbie Williams passando per Ronaldo: parliamo del “fenomeno” ex Inter e Milan, non di CR7. Già, la statua di Lenin, il grande protagonista della “Rivoluzione d’Ottobre” del 1917, fa bella mostra all’esterno dello stadio Luzhniki di Mosca. In tribuna, è presente invece, in carne e ossa, l’attuale leader russo Vladimir Putin. E sugli spalti, 80mila persone di almeno un centinaio di diverse nazionalità. E poi la prestigiosa Coppa del Mondo, portata in campo dall’ex portiere del Real Madrid Iker Casillas (che la conquistò con la Spagna in Sudafrica nel 2010) e dalla modella russa Natalia Vodianova. Senza dimenticare la soprano Aida Garifullina.

Russia 2018, l’orgoglio di Putin. Come previsto, si è trattato di uno show breve, snello, senza troppe scenografie e coreografie. Uno show incentrato sulla musica: poche le rievocazioni storiche. Putin quindi ha ampiamente sdoganato il passato, anche quello sovietico, per dare un’immagine moderna, lontana da quella di una potenza isolata e messa in difficoltà dalle sanzioni post-annessione della Crimea. Robbie Williams, la vera star, ha cantato quattro delle sue hit, partendo con “Let me entertain you” e chiudendo con “Rock Dj”. Si è notata l’assenza di “Party like a Russian” per la verità, ma, il famoso brano che fa riferimenti a chi “si prende tutti i soldi di una nazione” e a un “Rasputin moderno” non è mai piaciuta troppo in Russia. Rasputin, il monaco folle consigliori ante-litteram dello zar Nicola II (l’ultimo zar) e della zarina Aleksandra Fëdorovna Romanova.

Altre presenze illustri al via di Russia 2018. Sugli spalti, tanti ex-calciatori, presidenti di repubbliche ex-sovietiche, il boliviano Morales, la vicepremier cinese Sun Chunian, il principe saudita Mohammed bin Salman; c’era persino un rappresentante della Corea del Nord. Assenti invece: Europa e Stati Uniti. In campo circa 800 fra ballerini e comparse, con cavalieri, rappresentanti delle 32 squadre in gara, strani scudi, surf, petali che si illuminavano con vari colori. E ampio spazio ai grandi simboli della coppa, della Russia e dell’Arabia Saudita: le prime due nazionali a scendere sul terreno di gioco. Discorso patriottico ed ecumenico quello di Vladimir Putin che ha detto: “Siamo una grande famiglia unita dalla passione del pallone, la cui unità va preservata a dispetto di differenti ideologie, fede, culture”.

E dopo lo show scenografico la palla è passata alle due compagini del girone A. Una gara inaugurale nel segno dei padroni di casa della Russia che hanno travolto la modesta Arabia Saudita: 5-0 il finale. Il primo gol di questo Mondiale lo ha segnato Gazinsky di testa al 12′. Il raddoppio è arrivato al 43′ con una gran giocata del subentrato Cheryshev. Tris russo al 71′ con Dzyuba, proprio pochi secondi dopo il suo ingresso in campo. Cheryshev d’esterno ha firmato la prima doppietta di Russia 2018 al 91′. Mentre Golovin con una punizione alla Pjanic al 94′ ha di fatto chiuso la festa Mondiale.

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