MONDO NEL PALLONE/ Russia 2018, Hannes Halldorsson, portiere film-making, è il nuovo Thor d’Islanda. I vichinghi fermano l’Argentina di Messi

di FABIO CAMILLACCI/ A Russia 2018, l’uomo copertina della terza giornata è senza ombra di dubbio Hannes Halldorsson. In Islanda vorrebbero dargli il Pallone d’oro per quelle manone sante sul sinistro di Messi ma, se chiedete a lui, vi dirà senza dubbio di preferire l’Oscar. Hannes Halldorsson, nuovo eroe nazionale islandese per il rigore parato nell’esordio al Mondiale, è uno dei motivi che rendono unici e tanto simpatici gli azzurri del Nord. Il numero 1, prima di essere l’incubo argentino, è un regista e videomaker di talento: freddo e concentrato tra i pali, creativo e fantasioso fuori. Da una vita va in giro con la camera in mano e cattura dettagli di vita vissuta. Per conferma, basta dare un’occhiata al suo canale YouTube aggiornato fino a quando ha deciso di dedicarsi esclusivamente al pallone. Il definitivo passaggio dalle inquadrature ai guanti è arrivato molto, molto più in là, alla fine di un lunghissimo e faticoso percorso. Tra i 14 e i 19 anni Hannes si ruppe la spalla una mezza dozzina di volte e nel 2005 ripartì dalla terza serie islandese. Poi in due anni la salita in prima divisione, grazie a un allenamento mirato, da solo e contro un muro: l’allungo sul cross tagliato di Pavon nasce in quei freddi pomeriggi in patria. L’ultimo scatto che l’ha portato a giocare soprattutto in campionati nordici (dal 2016 difende i pali del Randers in Danimarca) è arrivato quando il film-making era ancora l’occupazione principale di Hannes.

La favola del portiere islandese. Allo spareggio per il Mondiale brasiliano del 2014, poi perso contro la Croazia, era ancora a tutti gli effetti un documentarista professionista e sfidava ragazzi che guadagnavano in un minuto quello che lui metteva insieme in un anno. Tra l’altro, prima di Euro 2016 aveva già partecipato ad una competizione europea: il video della canzone islandese ad Eurovision 2012 aveva strappato applausi. Stavolta, prima di questo primo storico Mondiale, è stato scelto dalla Coca Cola per uno spot spettacolare: immagini patinate, montaggio serrato e un intreccio che richiama l’applauso vichingo, l’Hùh ritmato diventato l’emblema di un’intera nazione. Il portiere-cameraman ha vissuto gli ultimi mesi con la foto della Coppa del Mondo sopra il letto: l’icona russa è servita a ispirarlo e da adesso merita l’Oscar. Reykjavik balla sotto la pioggia: in 2000 al parco per festeggiare un pareggio insperato contro l’Argentina vicecampione del mondo e tra le candidate al titolo.

Il punto sulla terza giornata del Mondiale. Dunque, grazie alla parata di Halldorsson sul rigore di Messi, finisce 1-1 la sfida tra l’Islanda e gli argentini che da parecchi anni vivono un rapporto conflittuale con la rassegna iridata. Messi amaro a fine partita: “Quel rigore fa male, ma ripartiamo con fiducia”. Come per l’Argentina, anhe per Leo il Mondiale resta stregato. Tutto ciò sotto gli occhi di Diego Armando Maradona. Messi soffre il confronto col “Pibe de oro” e con Cristiano Ronaldo che all’esordio ha calato subito un tris. La Croazia ne approfitta: batte la Nigeria per 2-0 e vola al comando del gruppo D, il “girone di ferro” di questo campionato del mondo. Mentre, come da pronostico della vigilia, sembra già segnato il destino del gruppo C dopo le vittorie delle favorite Francia e Danimarca. I transalpini di Deschamps soffrono più del previsto contro l’Australia ma alla fine la spuntano per 2-1 con le reti di Griezmann (primo rigore nella storia dei Mondiali assegnato dal Var) e Pogba (gol fantasma assegnato dalla “goal line technology”; tecnologia protagonista). Danesi fortunati contro il Perù che gioca bene, spreca tanto, fallisce un rigore concesso dal Var e viene punito da Poulsen. Balalaika.

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