MONDO NEL PALLONE/ L’Hurricane d’Inghilterra si abbatte sulla Tunisia. Belgio, magia di Mertens. Kalinic cacciato dal ritiro della Croazia. Arabia Saudita: terrore in volo

di FABIO CAMILLACCI/ In questi Mondiali di Russia stiamo assistendo un po’ a tutto. Grandi sorprese sul campo, esoneri prima del via (il c.t. spagnolo Lopetegui sostituito da Hierro) e ora la cacciata di un giocatore dal ritiro. La tempesta era nell’aria e alla fine è scoppiata. Nikola Kalinic, il ribelle, torna a casa: il rapporto con il c.t. Dalic si è deteriorato in maniera definitiva sabato sera durante la partita con la Nigeria vinta dalla Croazia. Nei piani del tecnico, Kalinic avrebbe dovuto prendere il posto di Mandzukic nei minuti finali. L’attaccante del Milan però ha accusato un mal di schiena che non ha molto convinto Dalic, anche perché c’era un precedente: già a Liverpool, durante l’amichevole con il Brasile, l’ultima giocata prima di partire per la Russia, Kalinic si era rifiutato di subentrare accusando qualche fastidio fisico. La sua insofferenza alla panchina è diventata evidente nella prima serata del Mondiale croato e il c.t. ha meditato a lungo prima di prendere una decisione che lascia la sua squadra con un uomo in meno. Ma l’inquietudine di Kalinic rischiava di turbare l’atmosfera che si è creata nel gruppo. Brutta notizia anche per il Milan: i tanti  milioni investiti sull’ex attaccante della Fiorentina sono andati in fumo per colpa dell’atteggiamento irritante di Kalinic.

Dopo le minacce dell’Isis e il tassista impazzito che travolge la gente, la cronaca torna protagonista. Tanta paura, fortunatamente senza conseguenze. E’ accaduto questo pomeriggio durante il volo che trasportava la squadra e lo staff dell’Arabia Saudita a Rostov, dove mercoledì alle 17 i sauditi torneranno in campo al Mondiale in Russia contro l’Uruguay. Improvvisamente, durante il viaggio, dai finestrini sul lato destro dell’aereo sono apparse delle fiamme che venivano fuori dai motori sotto l’ala a causa di un guasto. A bordo si sono vissuti dei momenti molto difficili, e si è diffusa tra i passeggeri una naturale paura. Per fortuna, le fiammate non hanno avuto conseguenze e l’aereo è atterrato regolarmente.

Salvate il soldato Son. La Corea del Sud inizia il suo mondiale con una sconfitta. Nella partita contro la Svezia gli asiatici si vedono poco, o almeno non quanto ci si potrebbe aspettare. E persino la stella della squadra, l’attaccante del Tottenham Heung-min Son, non si è fatto notare. Non girando lui, che vale più del 50% di tutta la rosa della squadra, complicato che i compagni riescano a risolvere il match, che alla fine gli scandinavi hanno incassato, con la VAR. E adesso sono problemi. Sia per la Corea del Sud, che per lo stesso Son. Un’eliminazione al primo turno, per il calciatore degli Spurs potrebbe significare che la divisa si avvicina. Infatti, come riporta il Guardian, il tempo per Son sta per scadere. Il tempo per cosa? Per rispondere alla chiamata alle armi. Entro i ventotto anni di età, ogni cittadino coreano deve infatti fare quasi due anni di servizio militare. Ma dato che la legge non è proprio uguale per tutti, a Son, che è la stella del calcio locale, è stata concessa una proroga, che gli permetterà di non doversi preoccupare fino all’estate 2019. Poi, se il suo futuro sarà in divisa o dietro a un pallone, potrebbe dipendere dai risultati della Corea del Sud. Solo attraverso l’esenzione per meriti sportivi, il calciatore potrebbe sfuggire ai ventuno mesi in caserma. Ecco perchè la sconfitta contro la Svezia può complicare parecchio i piani di Son. Salvate il soldato Son, anzi faccia di tutto per salvarsi da solo.

Svezia? What is Svezia? Non facciamo gli spiritosi grazie, ma non vorremmo mai sentire il nome della nazionale che ha fatto fuori gli azzurri da Russia 2018. Fa ancora troppo male. Svezia-Corea del Sud, come detto 1-0: la Var dà il rigore e Granqvist non sbaglia. A Nizhny Novgorod gli scandinavi complessivamente meritano il successo col gol dell’ex Genoa dal dischetto nella ripresa. La squadra di Shin Taeyong combina poco. Partita molto brutta: bloccata e con poche emozioni. Peraltro, Andreas Granqvist è un rigorista improbabile: difensore centrale, alto, grosso, non ha certo i piedi di Thiago Silva. Eppure è già stato specialista designato ai tempi del Groningen (11 gol in un campionato) e più recentemente al Krasnodar. La Svezia non segnava da marzo, ma conta poco: nel girone di Messico e Germania, hanno buone possibilità di volare agli ottavi anche i gialli che hanno preferito lasciare a casa il fuoriclasse 36enne Zlatan Ibrahimovic.

Un pizzico di Napoli in Belgio-Panama 3-0: magia di Mertens, e doppietta di Lukaku. A Sochi il belga-napoletano sblocca il risultato in avvio di ripresa. Poi si scatena l’attaccante del Manchester United con una doppietta. Il debutto porta emozioni, un tifo che vedere così è uno spettacolo, la gioia di esserci comunque: Panama si gioca la sua prima gara della storia in Coppa del Mondo e va lunga distesa contro un Belgio pieno di bellissima argenteria ma che fa una discreta fatica (per un tempo) a scrollarsi di dosso l’emozione della prima. Serve Dries Mertens (con eurogol annesso) a sbloccare la situazione ma la sensazione di aver visto un altro pezzo di storia del calcio c’è ed è stata di una pienezza interessante. Si è visto anche il c.t. Hernan Gomez detto “El Bolillo” farsi il lungolinea di corsa come se dovesse rincorrere lui il pallone. Esaltazione-Panama, poi è ovvio che il calcio ha le sue regole. E difficilmente il commissario tecnico panamense potrà scolarsi una bottiglia di Vodka come voto in caso di passaggio del turno.

Stasera ci piacciono le espressioni inglesi perchè sono scesi in campo i “Leoni” di sua Maestà. E allora: “Yes we Kane”. La parafrasi della storica frase di Barack Obama si attaglia alla perfezione all’esito di Tunisia-Inghilterra 1-2 con doppietta di Kane e gol di Sassi su rigore. Harry Kane detto l’uragano “Hurricane”, a oggi è il miglior centravanti puro del mondo; se consideriamo che Robert Lewandowski e Luis Suarez sono in leggero calo e che CR7 non è la classica prima punta. L’Inghilterra ringrazia il senso del gol dell’attaccante del Tottenham per prendersi tre strameritati punti col 2-1 alla Tunisia. Perché il pari, che resiste fino al 91′, sarebbe stato una beffa clamorosa per gli inglesi. I “Leoni” di Southgate, al di là della modestia degli avversari, sono la miglior squadra vista fin qui in Russia; almeno dal punto di vista del gioco e delle occasioni create. Un primo tempo dominato, con sei conclusioni nello specchio della porta e una superiorità oggettivamente imbarazzante. Il difetto? Se vuoi essere da corsa in certi contesti non puoi chiudere sull’1-1 il primo tempo. Perché poi arriva, inevitabile, il calo della ripresa e la Tunisia, che non ha grandi pregi ma ha fisicità ed è ben messa in campo, si difende con ordine fino al recupero. Cioè fino a quando Kane trova la sua doppietta, di puro senso del gol.  Un erede di Pippo Inzaghi più potente e più tecnico. Lo abbiamo detto all’inizio d’altronde: in questo Mondiale c’è un po’ di tutto.

Grandi in crisi: dopo l’Argentina stecca anche il Brasile. Cade la Germania campione in carica contro un grande Messico. Il romanista Kolarov lancia la Serbia

di FABIO CAMILLACCI/ Prime considerazioni dopo 4 giorni di Mondiale. Non abbiamo ancora visto all’opera tutte le nazionali perchè deve ancora essere completato il primo turno della fase a gironi, ma qualcosa possiamo dirla. Le squadre viste all’opera fino a oggi non hanno certo entusiasmato, anche quelle che hanno vinto. Bel gioco, questo sconosciuto. Inoltre, le big hanno deluso all’esordio e le sorprese sono all’ordine del giorno, grazie anche alla Var e alla goal line technology. Insomma, la tecnologia aiuta la mediocre classe arbitrale planetaria ed evita i clamorosi errori del passato, quasi sempre a vantaggio delle grandi. “Messico e nuvole, la faccia triste dell’America, il vento soffia la sua armonica”, recita una vecchia canzone del grande Enzo Jannacci. Messico e nuvole sulla Germania campione del mondo, è il caso di dirlo. Esordio flop per Kroos e compagni. Al Luzhniki di Mosca, nel girone F, tedeschi battuti dai messicani di Lozano (nella foto festeggiato dai compagni) e del “Chicharito” Hernandez. Subito in salita dunque la strada per Löw che può recriminare solo per una traversa di Kroos su punizione. E’ una Germania spenta e senza idee quella sconfitta da un Messico che ha strameritato i tre punti. Al contrario della Germania, il Messico ha idee, gioco, piedi buoni e un Hector Herrera monumentale. Mister Osorio sa il fatto suo.

Stecca anche il super favorito Brasile. Svizzera impeccabile contro i verdeoro. Finisce 1-1 l’attesa sfida del gruppo E. Seleçao avanti con una meraviglia di Coutinho, ma in avvio di ripresa Zuber trova il pari di testa spingendo furbescamente l’interista Miranda che nell’occasione si addormenta. Gol giustamente convalidato. I brasiliani hanno probabilmente la rosa e la squadra più forte di Russia 2018, ma un c.t. in confusione nelle scelte tecnico-tattiche. Tite lo chiamano “il professore” e un professore non è un allenatore; nel calcio i tecnici scienziati sono da sempre perdenti di successo. Da Zeman a Sarri, la lista è lunga. Tite sbaglia pure i cambi: un orrore vedere Douglas Costa in panchina per l’intero match. Lo juventino avrebbe potuto spaccare la gara come gli capita spesso di fare. Dunque, una magia di Coutinho e poi una mezza agonia. La prima impressione sulla Seleçao: ballano come farfalle, pungono come api e difendono come leoni, evapora in una sola partita. I problemi sembrano quelli di sempre e oltretutto il Brasile del “joga bonito” è durato poco e procedendo a fiammate. E così le due big sudamericane partono col freno a mano tirato. A quella dell’Argentina di Messi si aggiunge la stecca brasiliana. Neymar come Leo, più giocoliere che concreto.

La Serbia ne approfitta, batte Costa Rica e vola in testa al girone E. Firma di Roma e Lazio sul match. Kolarov show, mentre a Milinkovic Savic manca solo il gol. Buona la prima dei ragazzi del c.t. Krstajic: un calcio di punizione strepitoso del terzino sinistro romanista regala 3 punti pesanti ai suoi. Il ltalentuoso centrocampista laziale invece ci prova senza fortuna. Il gol partita: dopo 11 minuti del secondo tempo, Kolarov ha tirato fuori dal cilindro del suo straordinario piede mancino la punizione che calcia da quando, ragazzino, si allenava da fermo al Cukaricki. Da destra, a giro sopra la barriera. Niente da fare per Navas visto che la palla ha tolto la ragnatela all’incrocio dei pali. Chapeau.

Commenta per primo

Lascia un commento