Mondiali di atletica: Usain Bolt sempre più re della velocità, trionfa anche nella finale dei 200 metri staccando il rivale Gatlin. Bronzo al fotofinish per il sudafricano Jobodwana

boltdi Mario Medori/

E’ ancora Usain Bolt il re della velocità: d’altronde in inglese “bolt” significa “fulmine”, “saetta”. Col tempo di 19”55, risultato che sembrava impossibile alla vigilia di questi Mondiali di Atletica, il giamaicano trionfa anche nella finale dei 200 metri. Gatlin è stato ridimensionato, anche se 19”74 è sempre un buon tempo. Lo statunitense lo aveva come punto di riferimento, perché partiva in quarta corsia, mentre Bolt era in sesta.

La gara. Gatlin dunque aveva tutti i vantaggi possibili, ma non è riuscito a mettere in difficoltà il fenomeno giamaicano. Sono usciti insieme sulla retta d’arrivo, Bolt ha traballato un po’, perché la gamba sinistra sembrava reggere poco sul raccordo fra curva e rettilineo. Ma lui non si è lasciato impressionare, un problema all’anca l’ha accompagnato per tutta la stagione e aveva un effetto strano sulla sua gamba sinistra: ha raccontato di averla sentita qualche volta priva di forza. Ma qui è emerso il fattore umano, la volontà di non farsi condizionare dal motore che per qualche attimo batteva in testa. Appena si è raddrizzato ha dato a Gatlin il colpo di grazia. Lo ha fatto diventare un nano al suo confronto. La falcata morbida ha ucciso la volontà del soldatino che si muove solo a memoria, meccanicamente. Una volata accompagnata da tutti, eravamo diventati tutti giamaicani.

Bolt immenso. Dopo l’arrivo Bolt è andato a sedersi su una sedia, aveva il fiatone. Era diventato umano. Si è massaggiato la coscia sinistra, il fastidio provato in gara non era sparito. Gatlin ha avvicinato una panca alla sua sedia per stargli vicino, un gesto umile di un atleta che sta vivendo una realtà non facile, da bersaglio. Bolt, per la prima volta nella sua carriera da leggenda, ha bruciato tutte le energie che aveva accumulato. E’ stata forse la sua gara più grande di sempre. Non c’è stata storia anche se lui non è arrivato qui al 100%. Alle spalle di questa coppia un nuovo sudafricano, Anaso Jobodwana (19”97) record nazionale e bronzo, perché la “fotografia” lo ha staccato di un’unghia dal panamense Edward, 19”97 pure lui.

Episodio curioso dopo l’arrivo. Sulla pista dello stadio Nido d’Uccello di Pechino, mentre l’olimpionico giamaicano era intento a festeggiare l’oro appena conquistato nei 200 metri, è stato travolto da un cameraman che lo riprendeva a bordo di un monopattino elettrico. I due sono volati a terra, Bolt si è poi rialzato facendo una specie di capriola e, dopo aver zoppicato per un po’ è andato a rassicurare il suo “investitore” che deve aver passato qualche minuto di autentico terrore, oltre al dolore.

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