MIOPIA EUROPEA

di NUCCIO FAVA* – Neppure la Merkel sembra finora in grado di mettere in moto un nuovo cammino indispensabile alla vecchia Europa per cercare un suo ruolo con efficacia dopo la stasi degli ultimi anni, aggravata drammaticamente dalle dolorose vicende del coronavirus. L’Italia ne è stata particolarmente colpita per prima e nel complesso, grazie all’enorme capacità di sacrificio dei suoi cittadini nel rispettare le  indicazioni del governo e del generoso impegno dei sanitari di ogni livello, è diventata una realtà sempre dolorosa ma meno drammatica di altre. Si ripropone però un clima sostanzialmente analogo a quello tante volte descritto da Camilleri, anche con il suo ultimo racconto pubblicato postumo: il contesto sempre inquietante e sempre inestirpabile di una Sicilia sostanziale e unico specchio del mondo e dell’animo umano.  Come nella produzione enorme del grande Luigi Pirandello, originario della stessa terra agrigentina dell’autore del commissario Montalbano, ispiratore più volte richiamato dallo stesso creatore di Vigata. Spirito e sensibilità sicule immortalate nello straordinario affresco del Gattopardo, con ogni sfumatura possibile del trasformismo universale che unitamente ad ogni sorta di rampantismo, di opportunismo e di smodata ambizione di ascesa sociale nell’Italia risorgimentale e post unitaria, si esprime con eterna efficacia nel “tutto cambi perché nulla muti”. Una versione che si attaglia perfettamente alla Sicilia, ma che risuona dell’antico motto di Papa re “mota quietare et quieta non movere”. Riassunto efficace della formidabile creazione del Gattopardo di Visconti.

 Senza purtroppo il fascino di alcuna creazione artistica, a Bruxelles si consumano in queste ore drammi e fallimenti che potrebbero avere un effetto terribilmente negativo sul futuro di ciascuno di noi specie per il prezzo altissimo che si troverebbero sulle loro spalle le giovani generazioni di domani.

La pandemia ha cambiato e sta ancora dolorosamente cambiando intere aree del paese. Ma i capi europei restano colpevolmente attardati su strade insufficienti e inadeguate, abbarbicati soprattutto a giochi di potere all’interno dei singoli stati nazionali e timorosi di perdere prestigio. Una miopia irresponsabile e comunque perdente per tutti. Non è in gioco un trofeo e neppure lo storico palio di Siena (che si è dovuto sospendere per le tristi vicende del virus). Non si tratta perciò di vincere scaramucce o battaglie campali, ma di avere ben fisso lo sguardo sul bisogno ed indispensabilità di Europa, che riguarda tutti e che tutti devono essere aiutati e convinti a conservare come il nostro bene e valore supremo.

*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1, del Tg3  e delle Tribune politiche Rai

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