MIGRANTI E POLEMICA POLITICA: via libera del Viminale allo sbarco dalla “Sea Watch” di 7 bambini e dei loro genitori. Risposta di Conte a Salvini. L’Onu: “Il decreto sicurezza viola i diritti umani”

Si sblocca, in parte, la vicenda “Sea Watch”:  a 18 dei 64  migranti che sono a bordo di questa nave dell’ong  è stato concesso di sbarcare da ministero dell’Interno (Salvini):  “solo 7 bambini con i genitori (7 madri e 3 padri), più il migrante con gravi problemi di salute”. A trasferirli nel porto di Lampedusa provvede una motovedetta della Guardia Costiera.La decisione adottata nel pieno delle polemiche tra Salvini e Di Maio, polemica che ha coinvolto anche il presidente Conte.

Contemporaneamente la Procura della Repubblica di Agrigento ha deciso di aprire un fascicolo d’inchiesta anche sul caso “Sea Watch”. Il procuratore aggiunto Salvatore Vella, che si trova a Lampedusa per l’interrogatorio dell’armatore della nave “Mare Jonio”, si è recato in banchina in attesa dell’arrivo dei 18 migranti autorizzati dal Viminale a sbarcare. Il fascicolo, che verrà aperto, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è attualmente a carico di ignoti.

L’ALT DELL’ONU AL DECRETO SICUREZZA

L’ Onu ha chiesto al governo italiano di respingere il decreto sicurezza bis in quando, a suo giudizio, “è potenzialmente in grado di compromettere i diritti umani dei migranti, inclusi richiedenti asilo e le vittime o potenziali vittime di detenzione arbitraria, tortura, traffico di esseri umani e altre gravi violazioni dei diritti umani”.

Il ministro degli Esteri Enzo Moavero ha confermato di aver ricevuto dalla Rappresentanza Permanente presso le Nazioni Unite a Ginevra una lettera con richieste di chiarimentie “rilievi di preoccupazione con riguardo alla bozza del cosiddetto “decreto sicurezza bis non ancora discusso dal Consiglio dei Ministri. La lettera è stata trasmessa anche al Ministero dell’Interno e, naturalmente, riceverà da parte del Governo la dovuta attenzione, in coerenza con il tradizionale rispetto degli impegni internazionali e dell’assoluta tutela dei diritti umani”.

E GLI SCONTRI LEGA-M5S SI ACUISCONO

Ma questo non attenua l’asprezza della polemica interna al governo e ai leader dei due partiti che ne fanno parte, perché Salvini è partito all’attacco anche del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, affermando che “non c’è presidente del Consiglio o ministro Cinquestelle che tenga, in Italia i trafficanti di esseri umani non arrivano più“. Per “trafficanti di esseri umani” intende le ong.

Scontata la replica di Luigi di Maio: “La sua arroganza ricorda quella di Renzi, di uomini soli al comando ne abbiamo già avuti e non ne sentiamo la mancanza”.

Ma dice la sua a questo punto il presidente del Consiglio tramite “fonti di palazzo Chigi”: «Conte non partecipa alla competizione elettorale e non si lascia certo coinvolgere nella dialettica che la sta caratterizzando. Piuttosto invita tutti i ministri a mantenere toni adatti a chi rappresenta le istituzioni. Il Presidente del Consiglio non dà e non ha mai dato ordini. Come previsto dall’art. 95 della Carta dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Coordina l’attività di tutti i ministri, nessuno escluso».

Dunque la nave sembra solo il pretesto che nasconde il vero motivo che rischia di far cadere il governo: lo scontro sul decreto sicurezza bis con il quale Salvini punta da un lato a stroncare il lavoro delle Ong in mare, con sanzioni impossibili da sostenere, e dall’altro a modificare il codice della navigazione spogliando il ministero delle infrastrutture (Toninelli) delle competenze in materia di “transito e sosta” delle navi nelle acque territoriali.

E motiva così l’attacco alla ong della “Sea Watch”: «Erano prima in acque libiche e poi in acque maltesi, ma mettendo a rischio la vita degli immigrati a bordo vogliono a tutti i costi arrivare in Italia. Questi non sono soccorritori ma scafisti e come tali verranno trattati».

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