Mattarella, ricordando Giovanni Leone a 20 anni dalla morte e citando anche Antonio Segni, sottolinea che entambi furono contrari alla rieleggibilità del presidente della Repubblica per un secondo mandato. Un modo per dire che non è disposto a farsi rieleggere

In occasione della ricorrenza dei 20 anni dalla morte Giovanni Leone, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha colto l’occasione per ricordare che anche Leone come Antonio Segni chiese “la  non rieleggibilità alla carica di presidente della Repubblica con l’eliminazione anche del semestre bianco“.  Il riferimento è stato colto da tutti come una manifestazione esplicita di Mattarella di voler fare altrettanto, rifiutando una sua ri-elezione al Quirinale. Il che sembrerebbe escludere l’ipotesi  che Mattarella sia disposto – come invece fece Giorgio Napolitano – ad una rielezione, sia pure per un periodo breve, in modo da consentire a Mario Draghi di rimanere a capo del Governo fino alla scadenza della legislatura (cioè fino al 2023), quando si dovrà tornare a votare per nuove elezioni di Camera e Senato e lui potrà essere eletto Presidente della Repubblica.

Ma poi Mattarella ha detto dell’altro sul suo predecessore: “Leone definiva la stampa componente essenziale della società. Ma allora espresse parole profetiche: “La stampa è al servizio della verità ma sappiamo come la verità sia spesso inafferabile, accontentiamoci che ci sia un riscontro oggettivo, la buona fede“. Per concludere credo che si possa fare un caloroso invito ad avere tutto il riguardo per la dignità della persona che va salvaguardata. Ed è difficile trovare una campagna scandalistica come quella che fu rivolta contro Giovanni Leone”, ha aggiunto Mattarella

Giovanni Leone “non ebbe remore ad abbandonare una responsabilità che gli era congeniale, quella di presidente della Camera. ha mostrato coraggio e generosità a corrispondere all’interesse generale della vita della Repubblica”. Ed anche in un momento grave per il Paese (c’era appena stato l’attentato di Piazza della Loggia), Leone si adoperò per una “lenta ricucitura del tessuto sociale. E quello della ricucitura, del rammendo, è tema che tornerà frequentemente nella pedagogia dei presidenti che si sono succeduti al Quirinale”.

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