Mario Orfeo nuovo direttore generale della Rai con il solo no di Freccero

Il Consiglio di amministrazione  della Rai ha nominato nuovo direttore generale Mario Orfeo, da alcuni anni direttore del Tg1. Sette i voti favorevoli, compreso quello della presidente Monica Maggioni, contrario solo Carlo Freccero. Il giornalista – secondo quanto si apprende – ha fatto il suo ingresso nella riunione del cda in corso a Viale Mazzini per i primi adempimenti e l’assegnazione delle deleghe.

Roberto Fico, capogruppo M5S alla Camera e presidente della Commissione Vigilanza Rai, prima della nomina di Orfeo aveva detto: “Ho letto in questo momento un’agenzia circa la proposta del nuovo dg che è quella di Mario Orfeo. Mi sembra voler mettere benzina sul fuoco perché avevamo chiesto tutti un uomo sopra le parti e io non ritengo Orfeo un uomo sopra le parti”.

“Il colpo di mano dei renziani, che porta alla nomina di Mario Orfeo come direttore generale della Rai, è preoccupante – secondo i parlamentari del MoVimento 5 Stelle in commissione di Vigilanza Rai -, si tratta di un vero e proprio golpe. Questi signori pensano che la Rai sia cosa propria, per questo promuovono un direttore parziale come Orfeo”. “E’ una fatto grave per l’indipendenza del servizio pubblico, perché Orfeo non è stato capace di guidare un telegiornale in modo equilibrato e dunque non può essere il profilo adatto per dirigere tutta la Rai. Questo è un segnale di guerra da parte di Renzi e i suoi scagnozzi: vogliono militarizzare il servizio pubblico radiotelevisivo per paura di perdere le elezioni”.

Mario Orfeo, 52 anni, che ha iniziato la sua carriera giornalistica a 18 anni, ancora liceale, nel 1985 al Giornale di Napoli, entrò a far parte della redazione di Repubblica quando venne fondata l’edizione napoletana, poi fu chiamato in quella centrale a Roma, dove divenne capo del servizio politico. Passò successivamente  al Gruppo Caltagirone per andare a dirigere il Mattino, e successivamente il Messaggero. Da qui il balzo al Tg2 e successivamente al Tg3.

E’ stato sempre allineato alle direttive dei vari editori, tanto che qualcuno lo ha soprannominato simpaticamente la voce del padrone. Auguri.

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