MANOVRE NEL CSM/ Il deputato del Pd (ex sottosegretario di Renzi) Luca Lotti si autosospende dal partito. I motivi in una lettera in cui lancia strali a chi lo accusa

L’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nonché ministro dello Sport nel governo Renzi e attuale deputato del Pd, Luca Lotti (con lui nella foto LaPresse di Roberto Monaldo)– chiamato in causa nella torbida vicenda del Consiglio Superiore della Magistratura parzialmente scoperchiata  dall’inchiesta della Procura di Perugia in relazione a presunte manovre oscure di alcuni consiglieri in contatto con personaggi della politica per la scelta di candidati a ruoli delicati nei vertici di alcune Procure – ha deciso di autosospendersi dal partito comunicandolo al segretario nazionale del Pd, Luca Zingaretti. Al quale ha indirizzato la seguente lettera: «Caro Segretario, apprendo oggi dai quotidiani che la mia vicenda imbarazzerebbe i vertici del PD. Il responsabile legale del partito mi chiede esplicitamente di andarmene per aver incontrato alcuni magistrati e fa quasi sorridere che tale richiesta arrivi da un senatore di lungo corso già coinvolto – a cominciare da una celebre seduta spiritica – in pagine buie della storia istituzionale del nostro Paese (ndr: il riferimento è al senatore Zanta). 

I fatti sono chiari. Tu li conosci meglio di altri anche perché te ne ho parlato in modo franco nei nostri numerosi incontri. Ma io, caro Segretario, non partecipo al festival dell’ipocrisia.

Sono nato e cresciuto come uomo di squadra. E non so immaginarmi in altro ruolo. Per questo l’interesse della mia comunità, il PD, viene prima della mia legittima amarezza. Ti comunico dunque la mia autosospensione dal PD fino a quando questa vicenda non sarà chiarita. Lo faccio non perché qualche moralista senza morale oggi ha chiesto un mio passo indietro. No. Lo faccio per il rispetto e l’affetto che provo verso gli iscritti del PD, cui voglio bene e perché voglio dimostrare loro di non avere niente da nascondere e nessuna paura di attendere la verità. 

Continuerò il mio lavoro con tanti amici in Parlamento per dare una mano contro il peggior Governo degli ultimi decenni che sta riportando l’Italia in crisi e mantenendo l’impegno che ho preso con 64.252 cittadini che mi hanno scelto nel collegio di Empoli e verso i quali provo rispetto. 

La verità – prosegue Lotti – è una sola e l’ho spiegata ieri: non ho fatto pressioni, non ho influito nel mio processo, non ho realizzato dossier contro i magistrati, non ho il potere di nominare alcun magistrato. Chi dice il contrario mente.

Quanti miei colleghi, durante l’azione del nostro Governo e dopo, si sono occupati delle carriere dei magistrati? Davvero si vuol far credere che la nomina dei capiufficio dipenda da un parlamentare semplice e non da un complicato quanto discutibile gioco di correnti della magistratura? Davvero si vuol far credere che la soluzione a migliaia di nomine sia presa nel dopo cena di una serata di maggio? Davvero si vuol prendere a schiaffi la realtà in nome dell’ideologia, dell’invidia, dell’ipocrisia? 

Ti auguro buon lavoro, caro Segretario. E spero che – anche grazie al mio gesto – il Pd sia in grado di fare una discussione vera e onesta. Io sono innocente. E spero di cuore che lo sia anche chi mi accusa di tutto, senza conoscere niente. Ciao. Luca».

La risposta di Zingaretti. Il segretario del Pd ha risposto con questa nota: «Ringrazio Luca Lotti per un gesto non scontato che considero di grande responsabilità nei confronti della politica, delle istituzioni e del Pd. Sono consapevole della difficoltà umana di questi giorni, ma ciascuno di noi ha una responsabilità alta nei confronti della comunità di cui facciamo parte e verso il Paese. Penso che questa scelta gli consentirà anche di tutelare al meglio la sua posizione in questa vicenda che, come ha detto lo stesso Lotti, deve essere ancora chiarita».

Naturalmente, ora si attendono ulteriori sviluppi dopo le autosospensioni e poi le dimissioni a catena di 5 consiglieri del Csm: Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli e Antonio Lepre, il quale  che ha presentato oggi le sue dimissioni come Luigi Spina e Gianluigi Morlini, che avevano già lasciato l’incarico.

Intanto  il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha firmato la richiesta di procedura disciplinare nei confronti dei consiglieri che hanno incontrato Luca Lotti.  In una sua notasi legge quanto segue: “Il Guardasigilli, condividendo a pieno il provvedimento del procuratore generale della Corte di Cassazione, ha avanzato ulteriori contestazioni e continua a muoversi nel solco di quella compattezza delle istituzioni che ha promosso fin dall’inizio della vicenda che sta investendo il Csm”.

 

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