di SERGIO SIMEONE* – Molti sono rimasti sconcertati per il comportamento tenuto da Matteo Renzi in occasione del voto al Senato sul disegno di legge Zan: Ma come, proprio lui, che da giorni va dicendo di essere molto preoccupato perché in Senato i partiti favorevoli alla legge contro l’omofobia possono trovarsi in minoranza sulla proposta di Calderoli di rinviare in commissione la legge affondandola definitivamente, fa venire meno anche il suo voto andandosene all’estero?
Probabilmente gli sconcertati non hanno mai letto Giulio Cesare, a cui Renzi chiaramente si ispira. Il grande stratega romano diceva: “Si non potes inimicum tuum vincere habeas eum amicum” (Se non puoi battere il tuo nemico diventa suo amico). Ed infatti che cosa ha fatto il senatore di Rignano? Mentre in Senato si votava sul Ddl Zan contro l’omofobia, non solo lui non c’era, ma si trovava nel Paese più omofobo che c’è in tutto l’orbe terraqueo, quell’Arabia Saudita dove non solo l’omosessualità è reato, ma l’omosessuale rischia addirittura la pena di morte. Chissà se in quel Paese in cui lui, per adulare il principe Salman, dice di ravvisare segni di rinascimento: si sa che il più grande mecenate degli artisti rinascimentali, Lorenzo de’ Medici, era omosessuale.
Spero di no, perché il principe saudita, che non ha un buon carattere (vedi il caso Kassogy) potrebbe prendersela a male per le lodi del fiorentino, pensando: mica questo mi ha preso per frocio
E sempre per seguire la linea dettata da Giulio Cesare, Renzi ha preso contemporaneamente un’altra iniziativa. Ha invitato a Firenze a cena alla enoteca Pinchiorri il plenipotenziario siciliano di FI Miccichè per discorrere, sorseggiando ottimi vini, di elezioni comunali e regionali. Miccichè, parlando dopo con i giornalisti, ha detto che è sicuro di convincere Salvini a dialogare con il centro (alias Italia viva).
Ma allora Renzi è perduto per il centrosinistra? No, no! Lui ci starebbe pure nel centrosinistra: per poter fare come quei calciatori che quando sta per essere tirata una punizione si vanno a mettere nella barriera della squadra avversaria per poi uscirne all’improvviso lasciando un varco che permetta a chi effettua il tiro di fare gol.
*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del sindacato Scuola della Cgil
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