M5s e Lega si dividono in Senato sulla mozione dei pentastellati contro la TAV, bocciata dai senatori leghisti insieme con quelli del Pd, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. Ed è scambio di accuse con minacce di crisi

Tutto come secondo copione. Sulla Tav si dividono M5s e Lega anche in parlamento. I senatori legisti votano contro la mozione dei Cinquestelle –  insieme con le opposizioni – che proponevano di non realizzare il treno ad alta velocità Torino-Lione, considerato un’opera inutile, vecchia di progettazione e in ritardo sui tempi, costosa per l’Italia, sostenendo che il nostro paese farebbe meglio ad investire quei miliardi per realizzare opere pubbliche indispensabili sul territorio nazi0nale ma rinviate da anni.

Il Senato dunque ha approvato la mozione del Pd (favorevole alla Tav)  con 180 sì, 109 contrari e un astenuto; poi quella della Bonino (idem), che ha ottenuto 181 sì, 107 no e un astenuto); poi quella di FdI (idem) che è passata con 181 sì, 109 no e un astenuto; infine quella di FI (idem), che ha preso un voto in più ottenendo 182 voti favorevoli, 109 no e 2 astenuti.

La mozione del M5s, contraria alla Tav, è stata bocciata con 181 no, mentre i voti favorevoli sono stati 110.

“La seduta del Senato ha dimostrato in maniera assolutamente evidente che il governo non ha più una maggioranza – ha scritto in una nota il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, i cui senatori hanno votato, senza esitazione alcuna, a favore delle mozioni di Forza Italia, di Fratelli d’Italia, così come i senatori di ForzaItalia e dei Fratelli d’Italia hanno votato a favore della mozione del Pd.

Il segretario del Pd, Zingaretti (Nicola), ha inoltre affermato: “Il presidente Conte si rechi immediatamente al Quirinale dal presidente Mattarella per riferire della situazione di crisi che si è creata. L’Italia ha bisogno di lavoro, sviluppo, investimenti e ha bisogno di un governo che si dedichi a questo e non ai giochi estivi di Salvini e Di Maio contro gli italiani”. Il che vuol dire che i giochi del Pd, in sintonia con gli altri partiti di destra, sono da encomiare. Di tutt’altro parere il senatore Pd Luigi Zanda, il quale ha affermato: “Sono a favore della Tav, ma ho votato per disciplina del gruppo, perché politicamente sarebbe stato molto più utile uscire dall’Aula”, esprimendo così dissenso sulla linea scelta dal gruppo Pd in Aula. “Uscire dall’aula – ha spiegato – poteva aiutare a fare emergere con più forza l’incompatibilità ormai conclamata tra Lega e M5s: c’erano ministri della Lega da una parte e M5s dall’altra. Ma sarebbe stato utile uscire dall’Aula anche per noi perché non mi è piaciuto vedere il voto Pd accostato a Lega, Fi e Fdi”.

A margine della seduta di Palazzo Madama va registrata la replica di  Beppe Grillo al leader dei NoTav della Val di Susa, Alberto Perini, che aveva accusato di “tradimento” i Cinquestelle sulla Tav  nella fase precedente questa votazi0ne in Senato. «La pacatezza ostentata da  Perini non cambia il senso alle parole che ha usato: tradimento. Tradire significa qualcosa come passare dalla parte dell’avversario. La sua è una pacatezza ipocrita che fa l’occhiolino a chi si è dimenticato cosa significhi quella parola. Non avere la forza numerica per bloccare l’inutile piramide non significa essersi schierati dalla parte di chi la sostiene”.

Intanto è stata convocata in serata, già prima dell’inizio della seduta del Senato sulle mozioni Tav, un’assemblea dei senatori M5S. “Oggi in assemblea congiunta non si discuterà della tenuta del governo ma verranno affrontati altri punti in vista della riorganizzazione avviata”, sottolineano fonti parlamentari M5S in vista della riunione.

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