L’Unione Europea chiede al governo italiano di spiegare perché non ha fatto progressi sufficienti nell’arginare il debito pubblico

L’attesa lettera dell’Unione Europea al governo italiano – attraverso il ministro dell’Economia, Giovanni Tria («Cher Giovanni…»)-  sull’insoddisfacente situazione economica del nostro paese è puntualmente arrivata oggi.  In essa i due commissari europei Dombrovskis (che è anche vice presidente della Commissione Europea) e Moscovici  scrivono che «Sulla base dei “dati notificati” relativi al 2018, si conferma che l’Italia non ha fatto progressi sufficienti verso il rispetto della regola del debito nel 2018″. Pertanto, la Commissione Ue “considera la preparazione di un rapporto ex articolo 126.3 del trattato, sul quale il Comitato economico finanziario del Consiglio (Efc) dovrà dare la sua opinione”.

La lettera è un passaggio formale previsto, propedeutico alla redazione di un rapporto ex articolo 126.3, in cui la Commissione valuta le ragioni che spiegano il mancato rispetto della regola del debito, per cui se uno Stato ha un debito superiore al 60% del Pil, come è il caso dell’Italia, deve ridurlo in misura soddisfacente.

Il debito italiano – progressivamente fuori  misura da molti anni a questa parte – a causa anche della frenata dell’economia mondiale e in particolare europea , è aumentato anziché diminuire o almeno rimanere stabile in rapporto con il Pil. 

Oltre all’Italia, anche altri tre Paesi membri riceveranno lettere analoghe, ma il caso dell’Italia è il più importante, vista la dimensione del nostro debito pubblico. La lettera, a differenza dello scorso autunno, quando si lavorava su dati previsionali, terrà conto dei dati a consuntivo, certificati da Eurostat in aprile.

Secondo il Vademecum sul patto di stabilità “una violazione programmata del criterio del debito deve essere confermata da dati a consuntivo per innescare l’apertura di una procedura per deficit eccessivo” legata al debito (le fasi della procedura sono le stesse, e sono ben 17), mentre una procedura sul deficit può essere anche lanciata sulla base di previsioni.

Il rapporto ex articolo 126,3 verrà adottato e presentato mercoledì prossimo, insieme al pacchetto di primavera, del quale il vicepresidente Valdis Dombrovskis e il commissario Pierre Moscovici oggi hanno dato “una breve introduzione” al collegio dei commissari, ha spiegato il portavoce capo Margaritis Schinas, che non ha aggiunto molti particolari, malgrado le ripetute domande dei cronisti.

 Il governo italiano ha 48 ore di tempo per rispondere alla lettera, quindi entro venerdì, per consentire ai servizi della Dg Ecfin di chiudere il rapporto ex articolo 126.3. La brevità della scadenza è dovuta anche al fatto che la Commissione ha deciso di rimandare la richiesta a dopo le elezioni, per evitare strumentalizzazioni in campagna elettorale.

In ogni caso, il Ministero di Economia e Finanza non sarà sicuramente colto di sorpresa dalla richiesta della Commissione, anche perché “siamo in contatto con le autorità di tutti gli Stati membri”, ha concluso Schinas.

Nella lettera, il cui contenuto si attiene strettamente ai termini previsti dalla procedura, si chiede all’Italia, come prevede il patto di stabilità, di illustrare quali siano i fattori rilevanti “per valutare in modo complessivo in termini qualitativi l’eccedenza rispetto al valore di riferimento”, che lo Stato membro può fare presenti alla Commissione. “Per consentire alla Commissione di riflettere pienamente l’input aggiornato sui fattori rilevanti nel suo rapporto, saremmo lieti di ricevere la vostra risposta entro il 31 maggio 2019”.

Il rapporto ex articolo 126.3 sul debito dovrebbe essere presentato mercoledì prossimo, dopo la discussione nel collegio dei commissari a Bruxelles sul pacchetto di primavera del semestre europeo. E’ possibile che venga chiesta all’Italia una correzione dei conti: ieri in Portogallo il commissario Pierre Moscovici ha detto di essere intenzionato a “scambiare opinioni con il governo italiano sulle misure addizionali che potrebbero essere necessarie perché le regole vengano rispettate”.

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