Lunghe code a Kiev per acquistare il francobollo che celebra l’affondamento della nave russa “Moskva”

Il francobollo celebrativo dell’affondamento della nave “Moskva” /foto Epa di Sergey Dolzhenco) .

Lunghe code a Kiev per acquistare il francobollo emesso dalle poste ucraine con l’insulto dei soldati dell’Isola dei Serpenti alla nave ammiraglia russa Moskva, affondata al largo di Odessa nei giorni scorsi. Lo riportano i media ucraini sottolineando che la corsa ad acquistare il francobollo con la scritta ‘nave da guerra russa Fuck you!!‘ è probabilmente alimentata dalla notizia che l’incrociatore della flotta russa nel Mar Nero è stata colpita e affondata.

Il servizio postale ucraino Ukrposhta ha emesso nei giorni scorsi il francobollo con la frase di Roman Hrybov, uno dei 13 soldati divenuti eroi dopo aver resistito e risposto alle minacce dell’incrociatore. 

LA STORIA DELL’INSULTO ALL’INCROCIATORE MOSKVA: Il 28 febbraio scorso è stata diffusa la notizia che sono ancora vivi e tenuti prigionieri dai russi a Sebastopoli, in Crimea, i 13 marinai ucraini creduti
morti nei giorni scorsi nella difesa dell’Isola dei Serpenti, in ucraino Zmiinyi, poco più  di uno scoglio di 18 ettari, con un faro, un piccolo molo e una manciata di edifici militari. A circa 40 km dalle coste ucraine e da quelle della Romania, e a 300 dalla Crimea, l’isolotto è  ritenuto un punto strategico per la navigazione nell’ovest del Mar Nero.

Il gruppo di guardacoste era diventato famoso il 25 febbraio per un audio diffuso sui social in cui si sentivano insultare i militari russi che in due riprese avevano attaccato l’isolotto. Questa è  la nave militare russa. Arrendetevi e deponete le armi altrimenti apriremo il fuoco“, era stato il messaggio attraverso il megafono dei marinai russi. “Nave da guerra russa, vai a farti fottere“, la replica dei militari ucraini.

I 13 erano stati dati per morti dopo aver difeso l’isola fino alla fine e il presidente Volodymyr Zelensky aveva già attribuito loro il titolo di “Eroi dell’Ucraina“, il più alto riconoscimento del Paese. Ma nel fine settimana Kiev aveva ipotizzato che potessero essere ancora in vita. Il 28 febbraio è arrivata la conferma ufficiale dalla Marina ucraina sul proprio profilo Facebook: “Siamo molto felici di apprendere che i nostri fratelli sono vivi e stanno bene“. (fonte: Ansa)

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