L’ultima scempiaggine di Trump mette a rischio il mondo, ma sui teleschermi si parla soprattutto di altro

 

di NUCCIO FAVA* – Con la tecnologia di cui dispone, i sempre più sofisticati strumenti di morte e l’efficienza dei servizi di spionaggio e di sicurezza, non era tuttavia immaginabile che il presidente USA potesse ricorrere anche ad un atto di forza brutale come quello cui il mondo ha assistito sbalordito ed attonito nella notte tra giovedì e venerdì . Un atto sicuramente grave e irresponsabile che solo l’ira e la smania di potenza di Trump potevano sconsideratamente mettere in campo.

La reazione di risposta dei paesi della tormentata regione è carica di odio  e di vendetta. L’opposto di cui ci sarebbe bisogno, come anche di recente hanno ricordato il presidente Mattarella e Papa Francesco  con i loro freschi messaggi di fine anno.

Il mondo si mostra sconvolto, tutti i popoli sono inesorabilmente contrari alla guerra, inesorabilmente pagata soprattutto dalle popolazioni civili e da milioni di donne e bambini in fuga verso un porto in cui riparare, con la crescita di milioni di esseri umani alla ricerca di un qualche approdo meno precario e insicuro in cui ricominciare a vivere.

Non riusciamo ad abituarci mai alle teorie di disperati che cercano riparo, affogano nel Mediterraneo, varcano sentieri impervi e desolati alla ricerca di un riparo dove approdare. Sono in movimento tutte le cancellerie del mondo, con linguaggi più o meno diplomatici e reazioni umanitarie di ogni tipo che dicono comunque la disumanità e inaccettabilità di un nuovo conflitto mondiale.

Mentre tutto questo accade, scorrono su teleschermi Rai le consuete immagini di programmi come “La prova del cuoco”, “Vieni da me”,  “I soliti ignoti”, che servono ad attenuare la tensione, ma quanto sta accadendo nel mondo richiede forse che il servizio pubblico radiotelevisivo s’impegni di più nell’approfondimento e nella narrazione della complessità di tutta la storia che riguarda il Medio Oriente, le responsabilità anche passate degli Stato Uniti, gli errori e le contraddizioni specie negli ultimi mesi di rinnovata guerra fredda.

Ma di questi temi non si discute, non c’è nessun vertice in vista, tutti si accontentano delle eterne ”marchette” fatte di recite pappagallesche di slogan propagandistici contro gli avversari politici o di  compiacenti comparsate a “Porta a porta” e nei vari talk show.

*Nuccio Fava è stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune politiche Rai

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