L’ULTIMA IMPRESA DELL’ATTILA FIORENTINO: TANTO TUONO’ CHE PIOVVE

di STEFANO CLERICI – Se abbiamo ben capito, leggendo le cronache politiche di questi giorni, la devastante campagna d’Italia scatenata dall’Attila fiorentino, al secolo Matteo Renzi, si dovrebbe concludere con la conquista da parte dei suoi fedelissimi Ettore Rosato e Maria Elena Boschi delle poltrone, rispettivamente, di ministro della Difesa e di una vicepresidenza della Camera. Più, forse, qualche strapuntino qua e là.

E per aggiungere un paio di posti in più a tavola, c’era bisogno di fare tutto questo casino?

La verità è che il buonsenso, come il coraggio di Don Abbondio, uno non se lo può dare. Se uno ha l’indole di Attila, barbaro distruttore, tale rimane tutta la vita. A meno di un miracolo. Ma non ci pare di vedere un novello papa Leone Magno aggirarsi tra i banchi parlamentari o del governo.

Ragion per cui, non siamo affatto certi che l’Attila fiorentino, quandanche ricevesse il “bottino” reclamato, decida poi di smobilitare e ritornarsene tranquillo nei suoi possedimenti, vecchi e nuovi. La voglia di far terra bruciata è per lui irresistibile. Il richiamo di Sansone, pronto a morire con tutti i filistei, è sempre stato un filo conduttore della sua vita politica. Avete forse dimenticato le macerie della sinistra che ha lasciato? Avete forse dimenticato che prima di abbandonare la segreteria prima e il Pd poi, ha portato con sé all’inferno sei milioni di elettori, costringendoli ad abbandonare la casa che era sempre stata loro?

Dice: ma come? Ma se questo governo lo ha voluto e creato proprio  lui…Verissimo, ma Matteo Renzi è come quei bambini che non vedono l’ora di avere tra le mani un giocattolo nuovo per il sadico gusto di poterlo poi smontare e fare a pezzi. Tanto più se non sono loro a decidere come, quando e, soprattutto, chi può giocare.

Ora, tutto ciò sarebbe solo motivo di sarcasmo e d’ironia, o magari di dotta discussione clinica sui disturbi della personalità, se non fosse per la drammatica situazione in cui ci troviamo. Sanitaria ed economica. Qui c’è poco da scherzare. Gli italiani non sono filistei. Rischiamo seriamente che i nostri alleati europei, esasperati dalle nostre sceneggiate, finiscano con lo sbatterci fuori, senza darci non solo i promessi 200 miliardi, ma neppure il pasto caldo alla mensa dei poveri.

E’ vero che non ci sono dei papa Leone in Parlamento, ma per fortuna c’è sempre san Sergio Magno al Quirinale. Speriamo faccia lui il miracolo…

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