Lo stile di Giuseppe Conte: una lezione anche per chi fa politica e per chi fa informazione

di SERGIO SIMEONE*-Giuseppe Conte è stato criticato da alcuni commentatori politici perché, dopo essere stato alla festa di “Articolo 1” è andato anche alla festa di Fd’I, ospite di Giorgia Meloni, dove si è lasciato intervistare da Bruno Vespa ed ha risposto anche alle domande del pubblico. Qualcuno, per questo suo comportamento lo ha addirittura definito uno Zelig (ovvero, per chi non ha visto il film di Woody Allen, un camaleonte). Io penso che Conte avrebbe meritato questa definizione se fosse andato a blandire il partito che lo ospitava. Ma, come risulta anche dal resoconto del nostro giornale lui, senza né compiacere né provocare il pubblico che aveva davanti, con il tono pacato e discorsivo che lo contraddistingue, ha esposto con franchezza le sue idee, i suoi progetti, ed anche i suoi dubbi.

Tutto bene allora con il nuovo governo ed il suo premier? Nemmeno per sogno. I suoi obiettivi sono ambiziosi ed estremamente complessi e difficili da realizzare:  lotta all’evasione fiscale,  una riforma fiscale, che ridistribuisca verso i ceti più poveri la ricchezza prodotta, un piano di riconversione ecologica del nostro sistema produttivo, il governo dei flussi migratori con il coinvolgimento dell’Europa , il rilancio degli investimenti non solo a nord ma anche e soprattutto nel mezzogiorno per superare arretratezza delle infrastrutture , dissesto idrogeologico  e disoccupazione giovanile, il sostegno alla istruzione ed alla ricerca . Ecco, è su questi temi che si dovrà valutare il Conte 2. Il resto è solo gossip spacciato per analisi politica.

Ma se anche dovesse fallire, il premier pugliese con i suoi modi garbati, con la sua capacità di dialogare senza mai alzare il tono della voce anche  con gli avversari, avrà comunque dato un contributo notevole al superamento dell’imbarbarimento del confronto politico, che da un anno a questa parte è fatto di insulti, urla belluine e guasconate.

Lo stile comunicativo di Conte è una lezione anche per certo giornalismo, sia della carta stampata sia  televisivo, che, sempre alla ricerca di notizie clamorose o pruriginose, ha fatto negli ultimi tempi da megafono ai politici più sguaiati e cafoni somministrando a  lettori e telespettatori  informazione-spazzatura. Come certi supermercati, ha assecondato le richieste della loro pancia dando loro l’illusione di nutrirli,  rendendoli  invece obesi e  politicamente malati.

*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosfia, è stato anche dirigente del sindacato scuola della Cgil

 

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