Lo scivolone della Meloni sul Superbonus (e altro)

di SERGIO SIMEONE* – Giorgia Meloni continua ad inciampare nelle promesse elettorali che vengono rapidamente
rinnegate dopo che, grazie a queste, ha vinto le elezioni. E’ il turno del superbonus per ristrutturare
le abitazioni in funzione del risparmio energetico, varato dal governo Conte 2. : dopo il suo
impegno elettorale a tutelare famiglie ed imprese favorendo la sua attuazione lo ha
improvvisamente cancellato con un decreto legge.
Sarebbe stato comprensibile cercare di correggere alcune criticità emerse (che hanno, tra l’altro,
permesso alcune truffe a danno dell’erario). E’ invece incomprensibile che venga totalmente
bloccato, senza offrire alternative, un provvedimento che aveva contribuito al tanto decantato
aumento del PIL del 2022, dava lavoro a migliaia di imprese e a centinaia di migliaia di lavoratori
ed anticipava addirittura la direttiva della UE che impone l’efficientamento energetico degli edifici
a partire dal 2027. E non basta. Poiché alcune regioni si erano offerte, per venire incontro alle
imprese che avevano difficoltà nell’ottenere la cessione dei crediti da parte delle banche, di
sostituirle in questa funzione, il decreto impedisce anche questa possibilità. E tutto ciò mentre il
governo sta preparando una legge sull’autonomia differenziata, che dovrebbe dare più poteri alle
regioni che ne facciano richiesta.
Sono naturalmente già in atto, cosa a cui ci ha abituato questo governo, tentativi di retromarcia
dopo la rivolta di associazioni imprenditoriali e sindacati.
A questo scivolone sul superbonus si aggiunge il fallimento della politica di contenimento delle
migrazioni. Salvini, si sa, smaniava dal desiderio di ritornare al Ministero dell’interno, perché
avrebbe potuto dimostrare agli italiani come si fa a fermare i migranti clandestini. Al suo posto ci è
andato, invece, Piantedosi, un suo clone più malizioso e più cattivo, che ha immediatamente
cominciato a perseguitare le navi delle Ong, additate come le principali responsabili degli sbarchi.
La Meloni gli ha dato manforte andando a regalare alcune motovedette alla guardia costiera libica,
incaricata di fare il lavoro più sporco: far rientrare i migranti partiti con i barconi nei lager libici.
Risultato di tanto impegno: i migranti approdati sulle coste italiane dal 1 gennaio 2023 sono il
doppio di quelli approdati nello stesso periodo dell’anno precedente. Come mai? Semplice . I
ministri dell’Interno di destra (prima Salvini e poi Piantedosi) hanno sbagliato il bersaglio, in
quanto con le navi delle ong arriva solo il 10% dei migranti. La cosa paradossale è che la fonte di
questa informazione è proprio il ministero degli Interni. Siamo allora di fronte ad un caso di
insipienza o di malafede?
Viene naturale chiedersi se gli italiani capiranno che la Meloni è un bluff. Ci vorrà un po’ di tempo.
Non dimentichiamo che gli elettori hanno fatto arrivare Salvini al 34% alle ultime elezioni europee
prima di accorgersi che era una zucca vuota. La Meloni è certamente più furba del suo alleato-
concorrente, ma prima o poi lo capiranno perfino Letta e Bonaccini.
*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del sindacato Scuola della CGIL

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