L’ITALICUM IN SALSA SPAGNOLA? NO, GRAZIE

ORA di puntadi ENNIO SIMEONE –

Come era prevedibile, il duo Renzi-Boschi ha immediatamente intonato il peana dell’Italicum appena da Madrid sono arrivati i risultati delle elezioni politiche spagnole. Per prima la ministra domenica sera, già alla diffusione dei primi exit poll, si è tuffata su twitter ed ha esternato il suo pensiero di eccelsa costituzionalista, reduce dalla perorazione bancaria in parlamento: «Mai come stasera è chiaro quanto sia utile e giusta la nostra legge elettorale #italicum». A ruota è sopraggiunto il presidente del Consiglio e capo del Pd sulla e-news: «Il risultato delle elezioni in Spagna  ci consegna un quadro molto frastagliato. Invece in Italia con la legge elettorale abbiamo cancellato ogni balletto post-elettorale. Sia benedetto l’Italicum: con la nuova legge elettorale – approvata su impulso del nostro governo a maggio 2015 – ci sarà un vincitore chiaro». «In Spagna tutti – insiste Renzi – dicono di aver fatto un buon risultato, tutti dicono che bisogna fare accordi per creare un governo di coalizione, tutti dicono che servono riforme: è la Spagna di oggi, ma sembra l’Italia di ieri. Dico l’Italia di ieri perché con la legge elettorale abbiamo cancellato ogni balletto post-elettorale. Con la nuova legge elettorale ci sarà un vincitore chiaro. E una maggioranza in grado di governare».

Infatti ecco che cosa sarebbe accaduto in Spagna se vi fosse stata in vigore una legge elettorale come l’Italicum: sarebbero andati al ballottaggio il Partito Popolare (che ha ottenuto il 28,7% dei voti) e il Partito socialista (con il 22%). E domenica prossima, al ballottaggio, quello dei due che arrivasse primo, anche per un solo voto di scarto, prenderebbe almeno 19o seggi su 350 in parlamento, cioè la maggioranza assoluta dell’unica Camera legislativa. Ma è giusto che un partito votato da un quarto dell’elettorato diventi il padrone assoluto di un paese e che altre forze politiche (nel caso della Spagna) – come Podemos o Ciudadanos, che hanno ottenuto il 20,7 e il 13,9 per cento dei consensi dell’elettorato – vengano ridotte a una ininfluente pattuglia parlamentare? E’ questo che il duo Renzi-Boschi – e coloro che li sostengono – vogliono che accada oggi in Italia, dove era già accaduto con la legge Acerbo, che 90 anni fa portò al potere Mussolini? E’ questo il concetto che costoro hanno della democrazia, in nome di una presunta “governabilità” affidata al potere di una sola persona, cioè al capo del partito vincitore di quell’effimero ballottaggio? E’ un progetto che va fermato. Prima che sia troppo tardi.

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